Visualizzazioni totali

giovedì 19 novembre 2015

Giacomo il Giusto (Pare prima) 237

È il personaggio più enigmatico del Nuovo Testamento. Dalla Chiesa è sempre stato considerato scomodo e imbarazzante al punto da definirlo, con una certa ipocrisia, Giacomo il Minore e da relegarlo nella più completa oscurità. Fratello di Gesù, dopo la crocifissione divenne il capo indiscusso della Chiesa giudeo-cristiana di Gerusalemme dal 36 e il 62 d.C. e, quindi, di fatto il primo papa.


Nel Vangelo di Tommaso, apocrifo, vi è un loghion dal quale risulta che Gesù, prima di morire, affidò la sua Chiesa non a Cefa/Pietro ma a Giacomo, il Giusto. I discepoli dissero a Gesù: "Sappiamo che ti allontanerai da noi. Dopo di te chi ci farà da guida?" Gesù rispose loro: «Giunti a quel punto andrete da Giacomo, il Giusto, a cui spettano le cose che riguardano il cielo e la terra». E così è accaduto.


Ma, stranamente, questo primo vero capo della Chiesa cristiana, nonché primo papa, ci è stato trasmesso in forma molto ambigua ed enigmatica. Nei Vangeli, infatti, è menzionato solo come “fratello” di Gesù; nella seconda parte degli Atti degli Apostoli lo troviamo capo indiscusso della comunità cristiana di Gerusalemme e fiero avversario di Paolo; nei 27 documenti del Nuovo Testamento c'è una Lettera che porta il suo nome, dalla quale, però, non desumiamo nulla della sua vita.


La Patristica, invece, ci informa un po' meglio. Il Padre della Chiesa Egesippo, parafrasando Eusebio di Cesarea, scrive di lui nel IV secolo: "[Giacomo il Giusto]...fu santo fin dal grembo materno; non toccò vino né altre bevande alcoliche e neppure carni di animali; il rasoio non passò sulla sua testa e non si spalmò mai olio, ne fece mai uso di bagni. A lui solo era permesso entrare nel Santuario [il Sancta Sanctorum]: infatti non portava vestiti di lana ma di tessuto di lino [l'abito sacerdotale]. Entrava solo nel Tempio e lo si trovava ogni volta in ginocchio a implorare perdono per il popolo, al punto che le ginocchia gli si erano fatte dure come quelle di un cammello [...]. Per la sua straordinaria equità fu chiamato il Giusto ".


Nessun commento:

Posta un commento

Benvenuti nel mio blog

Questo blog non è una testata giornalistica, per cui lo aggiorno quando mi è possibile. I testi sono in regime di COPYLEFT e la loro pubblicazioni e riproduzioni è libera purché mantengano lo stesso titolo e venga citando il nome dell'autore.

I commenti possono essere critici, ma mai offensivi o denigratori verso terzi, altrimenti li cancello. Le immagini le pesco da internet. Qualche volta possono essere mie manipolazioni.

Se volete in qualche modo parlare con me, lasciate la richiesta nei commenti, vi contatterò per e-mail. Dato che il blog mi occupa parecchio tempo, sarò laconico nelle risposte.

Se gli argomenti trattati sono di vostro interesse, passate parola; e, se site studenti, proponeteli al vostro insegnante di religione. In tal caso fatemi sapere le risposte che avete ottenuto. Grazie.

Lettori fissi

Archivio blog

Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)