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giovedì 5 novembre 2015

Gli autori dei Vangeli? Evangelisti anonimi. 235

La Chiesa ammette di non sapere chi ha scritto i suoi Vangeli e confessa che molte delle 27 scritture del Nuovo Testamento sono nate anonimamente:
" ....,,sembra che gli attuali titoli dei Vangeli non siano attribuibili agli evangelisti stessi ... essi [la raccolta dei testi del Nuovo Testamento] sono provvisti di titoli i quali, benché antichi, non risalgono ai rispettivi autori di quegli scritti." (Catholic Encyclopedia, Farley ed., vol. VI, pp. 655-6).
Quindi, secondo la Chiesa: "i titoli dei nostri Vangeli non erano intesi per indicare la paternità", aggiungendo che "l'intestazione ... gli fu aggiunta" (Catholic Encyclopedia, Farley ed., vol. I, p. 117, vol. VI, pp. 655, 656).


Perciò essi non sono Vangeli scritti "secondo Matteo, Marco, Luca o Giovanni", e non ci sono Vangeli apostolici genuini e la Chiesa, quindi, basa i pilastri della fondazione cristiana e della sua fede su scritture illusorie e che non godono di nessuna autenticità.


Allora cos'è la religione cristiana? Una assoluta invenzione, come più volte ho cercato di dimostrare. E Gesù Cristo? Un avatar derivato dai molti miti che lo precedettero. Questo spiega perché molti brani del Nuovo Testameneto li troviamo, parola per parola, nel poema epico Indiano, il Mahabharata, (per esempio, Matteo 1:25, 2:11, 8:1-4, 9:1-8, 9:18-26); in alcuni brani del Phenomena dello statista Greco Aratus di Sicyon (271-213 a.C.); in alcuni estratti dall'Inno a Zeus, scritto dal filosofo Greco Cleanthes (c. 331-232 a.C.); in 207 parole derivate dal Thais di Menandro (c. 343-291), uno dei "sette saggi" della Grecia.


Se a ciò aggiungiamo che non ci sono documenti storici su Gesù Cristo ci rendiamo conto del perché papa Leone X (morto nel 1521) dichiarò la vicenda di Cristo una "favola". In una lettera al cardinale Bembo scrisse: "Historia docuit quantum nos iuvasse illa de Christo fabula"[La storia ci dice quanta fortuna ci abbia arrecato quella favola di Cristo] (Archivi vaticani - Corr. Leone X - Vol. 3° - Scaffale 41 - 2° piano inf. Ovviamente il Vaticano l'ha occultata e oggi ne nega l'esistenza).


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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)