Visualizzazioni totali

venerdì 17 giugno 2016

48– Il falso Jahvè. L'esodo: storia o leggenda?

Fin qui ci siamo attenuti scrupolosamente al racconto biblico. Ma l'Esodo, come le vicende dei patriarchi, è da considerarsi una mera leggenda o un avvenimento in parte o in tutto accaduto? Tutti gli studiosi sono concordi nell'affermare che nelle storia dell'Esodo sono stati mescolati elementi storici e geografici di epoche diverse, anche di secoli, per cui è impossibile inquadrarlo in un periodo storico preciso. Le incongruenze del racconto biblico sono molte e non di poco conto. Anzitutto le più recenti scoperte archeologiche sul Sinai e sulle coste palestinesi ci dicono, con chiara evidenza, che queste località, al tempo del presunto avvenimento dell'Esodo, erano disseminate di fortificazioni egiziane dislocate in più punti e così strettamente sorvegliate che mai avrebbero acconsentito il passaggio di un nutrito numero di schiavi fuggiti dall'Egitto contro la volontà del faraone. Sarebbero stati intercettati e bloccati facilmente e gli archivi egiziani ne avrebbero sicuramente parlato. In secondo luogo i siti nominati nel racconto dell'Esodo erano disabitati nell'epoca cui si riferiscono gli episodi delle peregrinazioni degli israeliti nel deserto. Infine i nomi egiziani menzionati e molti dettagli del racconto dell'Esodo, secondo l'egittologo Donald Redford, sono spiegabili soltanto se riferiti all'epoca della XXVI dinastia, fra la seconda metà del settimo e la prima metà del sesto secolo a.C., cioè al tempo di re Giosia e del faraone Necho, sei secoli dopo l'epoca in cui, per la Bibbia, si sarebbero verificati. Tutto ciò ad indicare come il racconto dell'Esodo abbia raggiunto la sua forma finale all'epoca della formulazione della Storia Deuteronomistica (di cui parleremo diffusamente fra poco) rielaborando brandelli antichi di verità storica inerenti alla migrazione dei cananei in Egitto e alla loro espulsione dal delta nel secondo millennio a.C.
Era l'epoca in cui Giosia, approffittando della caduta assira, stava progettando di riunire sotto il suo scettro tutti gli israeliti. Ma trovava un ostacolo nell'Egitto che in quel momento riprendeva il controllo delle terre cananee, abbandonate dall'Assiria. Nella probabile prospettiva di un confronto militare col grande faraone, Giosia fece assemblare le antiche tradizioni dell'Esodo, provenienti da fonti molto diverse, in una singola e grandiosa epopea. Lo scopo era di dimostrare che egli, se assecondato come Mosè dal grande potere del Dio di Israele e dal suo miracoloso intervento salvifico, avrebbe realizzato, anche con l'opposizione del faraone, un unico e grandioso regno di tutti gli Israeliti, con un unico Dio, in un unico Tempio, nell'unica capitale Gerusalemme, e governati da un unico re della stirpe di David. L'epopea dell'Esodo di Israele dall'Egitto non è dunque una verità storica, come l'intendiamo noi oggi, ma un manifesto ideologico costruito su brandelli di storia e finalizzato a scopi politici ben definiti.



Nessun commento:

Posta un commento

Benvenuti nel mio blog

Questo blog non è una testata giornalistica, per cui lo aggiorno quando mi è possibile. I testi sono in regime di COPYLEFT e la loro pubblicazioni e riproduzioni è libera purché mantengano lo stesso titolo e venga citando il nome dell'autore.

I commenti possono essere critici, ma mai offensivi o denigratori verso terzi, altrimenti li cancello. Le immagini le pesco da internet. Qualche volta possono essere mie manipolazioni.

Se volete in qualche modo parlare con me, lasciate la richiesta nei commenti, vi contatterò per e-mail. Dato che il blog mi occupa parecchio tempo, sarò laconico nelle risposte.

Se gli argomenti trattati sono di vostro interesse, passate parola; e, se site studenti, proponeteli al vostro insegnante di religione. In tal caso fatemi sapere le risposte che avete ottenuto. Grazie.

Lettori fissi

Archivio blog

Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)