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martedì 21 giugno 2016

49– Il falso Jahvè. La conquista della Terra di Canaan. La guerra lampo. 1

Il libro di Giosuè racconta la storia della conquista della terra di Canaan come una campagna militare epica e fulminea che portò le tribù di Israele a sconfiggere i potenti re di Canaan e ad ereditarne le terre. È la storia delle vittorie di Jahvè, il Dio degli eserciti che combatte a fianco di Isaele, il suo popolo eletto, per annientare i pagani arroganti. È un susseguirsi di massacri e di carneficine inaudite, imposte da Jahvè contro i nemici vinti, con l'ordine categorico di non risparmiare nessuno degli idolatri, nemmeno le donne, i vecchi e i bambini. Una mostruosa epopea disumana e feroce che mette a nudo il volto "meschino, violento e assetato di sangue" (Freud) del sinaitico Dio tribale israelita, subentrato al Dio-Tutto di Akhenaton, che aveva comandato che Canaan fosse liberata da ogni traccia d'idolatria mediante lo sterminio totale dei suoi abitanti.
Ecco in rapida sequenza i genocidi perpetrati dagli Israeliti non appena si convinsero che "Jahvè stesso combatteva per Israele" (Giudici 10,14), e concedeva loro la sua totale protezione. Sciamarono nella terra di Canaan come barbari assetati di sangue e invasati da una missione divina. A Gerico non soltanto rasero al suolo la città, ma la saccheggiarono dei suoi tesori per adornare Bethel, la casa di Dio. (Giosuè 6,24). Quindi si spostarono verso la città di Ay, dove sistematicamente sterminarono tutti coloro che trovarono entro le sue mura.
"Quel giorno fu sterminata tutta la popolazione di Ay, uomini e donne: circa dodicimila persone. Giosuè aveva sempre tenuto la lancia puntata verso Ay. Smise soltanto quando tutti gli abitanti della città furono uccisi. Come il Signore aveva ordinato a Giosuè, gli israeliti si impadronirono del bottino e del bestiame" (Giosuè 8,25-27).
Poi avanzarono verso nord fino a raggiungere Makkeda.
"Quello stesso giorno Giosuè attaccò la città di Makkeda e la conquistò. Sterminò tutti gli abitanti e non risparmiò nessuno. Trattò il re di Makkeda come il re di Gerico" (Giosuè 10,28).
Proseguendo la sua marcia Giosuè attaccò successivamente la città di Azor.
Poi Giosuè tornò indietro. Conquistò la città di Azor e uccise il suo re. A quel tempo Azor era la capitale di tutti quei regni. Giosuè destinò la città allo sterminio: uccise tutti i suoi abitanti senza risparmiarne nemmeno uno. Poi la incendiò. Infine Giosuè conquistò le altre città. Sterminò i loro re” (Giosuè 11,10-12).


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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)