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venerdì 15 luglio 2016

56– Il falso Jahvè. Il sincretismo religioso in Israele prima della riforma di re Giosia 1

Durante il periodo intercorso tra la conquista della terra di Canaan (1230-1220 a.C.) e la riforma religiosa di re Giosia (539-586), accanto al monoteismo professato prevalentemente dalla schiera dell'esodo, era ancora molto diffuso tra le tribù d'Israele il pluralismo religioso. Ce lo confermano numerosi dati che ricaviamo dai libri dei Re e delle Cronache, dai reperti archeologici, dai nomi di alcuni luoghi importanti per il culto e dalle violente invettive dei profeti contro l'idolatria.. Questa situazione durerà fino a dopo l'esilio babilonese, quando il monoteismo rigoroso s'imporrà come professione di fede fondamentale di tutto Israele. (Morton Smith, Palestinian Parties and Politics That Shaped the Old Testament, pagg.15-56).
Prima della costruzione del Tempio di Gerusalemme i centri cultuali degli israeliti erano numerosi e sparsi in tutto il territorio. Praticamente tutte le colline elevate e i grandi alberi frondosi erano usati per celebrare sacrifici e bruciare incenso non solo a Jahvè ma ad altre divinità più o meno collegate al suo culto, come Ashera, considerata sua consorte, le schiere celesti e le divinità nazionali dei paesi vicini. A proposito di Ashera, è stata trovata un'iscrizione tardo-monarchica della Sefela, nel Regno di Giuda, che la dichiara apertamente la compagna di Jahvè.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)