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venerdì 1 luglio 2016

52– Il falso Jahvè. La conquista della Terra di Canaan. La guerra lampo. 4

Ma perché allora Giosia fece inventare una conquista così violenta, sanguinaria e inverosimile? Perché voleva dare al popolo di Giuda una lezione che riguardava direttamente le questioni del suo tempo. Questo re si era prefissato, con feroce determinazione, l'obiettivo della santità e dell'unità della terra d'Israele, allora divisa e contaminata dall'idolatria. Per Giosia tutte le calamità accadute ad Israele, specie la dominazione assira, dipendevano dal fatto che il popolo eletto non aveva mai rispettato le leggi del Patto, non aveva sradicato ogni traccia di culto pagano, non aveva smesso di onorare divinità di altri popoli, non aveva seguito fedelmente le leggi della purezza nella vita personale, non aveva evitato i matrimoni misti con donne pagane. Solo con l'aderenza scrupolosa alle norme contenute nel Deuteronomio "il libro della Legge", scoperto, o forse inventato, da questo re, Israele avrebbe potuto riconquistare la piena protezione di Javhè, farlo ridiventare per lui il Dio degli eserciti, pronto a combattere al suo fianco come durante la conquista della Terra Promessa. Ecco perché era importante far produrre dai suoi scribi il libro di Giosuè che, attraverso un'indimenticabile epopea, trasmettesse l'evidente morale che quando il popolo di Israele seguiva veramente le Leggi della Testimonianza, con Dio al suo fianco tutte le vittorie gli erano possibili. Morale rafforzata con incalzanti e mirabolanti racconti epici, come la caduta delle mura di Gerico al suono delle trombe, l'arresto del sole a Gabaon, la disfatta dei cananei lungo la stretta salita per Bet Horon, massacrati dalle pioggia di pietre inviate da Jahvè. Quindi dietro il personaggio di Giosuè c'è la regia di re Giosia e il racconto della conquista di Canaan si riduce ad un manifesto ideologico finalizzato a preparare il popolo di Giuda allo scontro col faraone Necho per ricostituire il regno unito d'Israele.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)