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martedì 26 luglio 2016

59– Il falso Jahvè. Il sincretismo religioso in Israele prima della riforma di re Giosia 4

Il profeta Geremia giunse ad affermare che gli altari di Baal in Gerusalemme erano più numerosi delle strade della capitale e che il numero delle divinità adorate in Giuda uguagliava quello delle sue città (Ger 11,13); denunciò anche che molti oggetti di culto dedicati a Baal, Ashera e agli dei del cielo erano installati perfino nello stesso Tempio di Gerusalemme. Ezechiele, un altro grande profeta, descrive in dettaglio tutte le abominazioni praticate nel tempio di Gerusalemme incluso il culto del Dio mesopotamico Tammuz. Nel redigere la storia del Regno d'Israele e di Giuda, Geremia condannò aspramente tutti i re che avevano tollerato queste forme di idolatria e li bollò di anatema dicendo di ognuno: "fece molto male agli occhi del Signore provocandolo a sdegno" (2 Re 21,2-6). Da notare che i re accusati di apostasia e quindi considerati malvagi (come Manasse e Geroboamo II), secondo i dati storici e archeologici in nostro possesso, erano monarchi illuminati e munifici che favorirono al massimo la prosperità dei loro sudditi con imponenti iniziative edificatorie, collegamenti internazionali e un forte impulso allo sviluppo economico e culturale. Ma non avevano tolto di mezzo le bamoth, non avevano contrastato i riti pagani e i matrimoni misti. Quindi erano nemici di Jahvè e "commettevano tutte le cose abominevoli in uso presso i popoli che il Signore aveva scacciato dinanzi ai figli di Israele "(1 Re 14,22).
E il culto di Jahvè, che faticosamente andava diffondendosi tra le varie tribù, quale evoluzione aveva subito nel frattempo?

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)