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venerdì 16 dicembre 2016

94– Il falso Jahvè. La Bibbia ebraica 1

Quando, come e perché fu composta la Bibbia.

La Bibbia è senz'altro il libro più famoso del mondo occidentale. Ogni suo versetto, ogni sua parola sono stati, e sono tuttora, oggetto di studio e di esegesi. Per secoli è stata considerata da ebrei e cristiani un libro rivelato, scritto cioè sotto dettatura divina e quindi “vero” in ogni suo particolare. Oggi le cose sono cambiate. Soltanto gli ortodossi ebrei e cristiani e alcune sette protestanti rimangono fermi al concetto di rivelazione. Per tutti gli altri la Bibbia è la fonte primaria di identità e di riferimento spirituale del popolo ebraico, il libro creato per raccontare la sua storia e la nascita delle sue istituzioni ed anche il grande codice base della cultura religiosa occidentale.
Ma qual è la genesi di questo sacro testo che è a fondamento dell'ebraismo e del cristianesimo e ha influenzato anche l'islamismo?
Più di duecento anni di studi e di ricerche storiche, e fondamentali scoperte archeologiche avvenute di recente, ci hanno portato finalmente a capire quando, perché e come ha avuto origine la Bibbia.
Ebbene, questa grande saga in parte mitica, in parte epica e in parte vagamente storica, fatta di leggende, memorie, tradizioni popolari, mistificazioni profetiche e propaganda teologica, fu composta durante il Regno di Giuda, in un lasso di tempo di appena due o tre generazioni, alla fine del settimo secolo a.C. e avrebbe subito ulteriori revisioni durante l'esilio di Babilonia e la restaurazione del post-esilio per diventare definitiva in epoca ellenistica. Ma come si è formata?
A Gerusalemme, durante i cruciali decenni che conclusero il settimo secolo a.C., sotto la guida del re Giosia, sedicesimo discendente di re David, un nutrito esercito di sacerdoti, scribi e profeti, volendo aprire la strada ad una radicale riforma religiosa che cancellasse ogni traccia di culto straniero nel paese e riaffermasse l'unicità di Jahvè come unico Dio d'Israele, e volendo nel contempo preparare il terreno per la restaurazione del grande Stato panisraelita, il mitico regno unito di David e Salomone, che nell'immaginario collettivo era ritenuto l'età dell'oro, si diedero a raccogliere per iscritto le leggende, i racconti eroici e i miti locali che erano stati tramandati nel corso dei secolo nelle varie tribù, a rielaborarli, alla luce della nuova teologia rigidamente monoteistica che si andava affermando, e in taluni casi ad inventarli ex novo.


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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)