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giovedì 8 dicembre 2016

La prima persecuzione contro i cristiani fatta da Nerone fu un fatto storico o una colossale bufala inventata dalla Chiesa? Seconda parte 287

Abbiamo visto nel post precedente che Ponzio Pilato fu un Prefetto, non un Procuratore, perciò abbiamo affermato che Tacito non scrisse mai :Cristiani, il cui nome derivava da Cristo, il quale, sotto l’Imperatore Tiberio, fu condannato a supplizio tramite il Procuratore Ponzio Pilato…” Un errore così pacchiano, cioè scambiare un Prefetto per un Procuratore, che aveva poteri molto più ampi e decisionali del primo, Tacito, molto scrupoloso in ogni sua affermazione, non l'avrebbe mai potuto commettere. Ma gli scribi falsari, che inserirono la persecuzione contro i cristiani fatta da Nerone, affermando che Ponzio Pilato era “Procuratore” mostrarono di ignorare la storia e di riferirsi al Vangelo latino di Luca che lo definiva tale.


A conferma della tesi che il brano tacitiano è un falso ci sovviene inoltre il fatto che nessun cronista imperiale ed successivi storici cristiani, fra i numerosi che si sono avvicendati nei secoli, accennarono mai, nemmeno di sfuggita, all'eccidio di cristiani attuato da Nerone.
Ad esempio, lo storico senatore romano, Cassio Dione Cocceiano, nella sua imponente “Storia Romana” redatta nel III secolo, pur descrivendo, nella sua particolareggiata epitome, le gesta di Nerone Claudio Enobarbo, e pur confermando le informazioni riguardo l’incendio di Roma, mai accenna alla persecuzione dei cristiani e addirittura ignora del tutto la loro presenza nell'Urbe. Con ciò dimostrando che il cap. 44 fu una interpolazione creata da scribi falsari cristiani anche per far risultare che a Roma, nel primo secolo,c'era una “ingente moltitudine di seguaci della setta di Gesù Cristo”, la qual cosa è un falso conclamato.


Secondo quanto riferito in “Atti” di Luca, i seguaci della dottrina cristiana, in soli tre decenni, si erano moltiplicati e diffusi, prima nelle province mediterranee dell’Impero poi ancora nelle zone più interne, grazie alle dimostrazioni di miracoli straordinari fatti dagli “Apostoli” (dei quali, però, non esiste traccia in alcun documento degli storici d’epoca né dei loro nomi né delle meravigliose e sovrumane gesta ad essi accreditate).
Se questa spropositata divulgazione, così come viene attestata in "Atti" fosse veramente avvenuta proprio in virtù delle mirabolanti imprese ostentate pubblicamente dagli Apostoli , tutti gli scribi dell'epoca ne avrebbero riportato le cronache. Invece non ce n'è traccia in nessuno di loro.

In realtà la “documentazione” sull’esistenza degli “Apostoli, dei loro miracoli e della rapida diffusione del cristianesimo proviene solo da scrittori cristiani, i cui manoscritti sono privi di ogni veridicità storica e sono giunti a noi in copie edite secoli dopo di loro, pertanto, anch'esse manipolate ideologicamente. Da quanto detto sopra si evince che sino all’XI secolo, nessuno storico accennò all’eccidio neroniano di seguaci di Cristo perché ancora non era stato inventato dagli amanuensi ecclesiastici.


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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)