Abbiamo
visto nel post precedente che Ponzio
Pilato fu un Prefetto,
non
un Procuratore,
perciò
abbiamo affermato che Tacito non scrisse mai :“Cristiani,
il cui nome derivava da Cristo, il quale, sotto l’Imperatore
Tiberio, fu condannato a supplizio tramite il Procuratore Ponzio
Pilato…” Un
errore così pacchiano, cioè scambiare un Prefetto per un
Procuratore, che aveva poteri molto più ampi e decisionali del
primo, Tacito,
molto scrupoloso in ogni sua affermazione, non l'avrebbe mai potuto
commettere. Ma gli scribi falsari, che inserirono la persecuzione
contro i cristiani fatta da Nerone, affermando che Ponzio Pilato
era “Procuratore” mostrarono di ignorare la storia e di riferirsi
al Vangelo latino di Luca che lo definiva tale.
A
conferma della tesi che il brano tacitiano è un falso ci sovviene
inoltre il fatto che nessun cronista imperiale ed successivi
storici cristiani, fra i numerosi che si sono avvicendati nei secoli,
accennarono mai, nemmeno di sfuggita, all'eccidio di cristiani
attuato da Nerone.
Ad
esempio, lo storico senatore romano, Cassio Dione Cocceiano, nella
sua imponente “Storia Romana” redatta nel III secolo, pur
descrivendo, nella sua particolareggiata epitome, le gesta di Nerone
Claudio Enobarbo, e pur confermando le informazioni riguardo
l’incendio di Roma, mai accenna alla persecuzione dei cristiani e
addirittura ignora del tutto la loro presenza nell'Urbe. Con ciò
dimostrando che il cap. 44 fu una interpolazione creata da scribi
falsari cristiani anche per far risultare che a Roma, nel primo
secolo,c'era una “ingente
moltitudine di seguaci della setta di Gesù Cristo”,
la qual cosa è un falso conclamato.
Secondo
quanto riferito in “Atti” di Luca, i seguaci della dottrina
cristiana, in soli tre decenni, si erano moltiplicati e diffusi,
prima nelle province mediterranee dell’Impero poi ancora nelle zone
più interne, grazie alle dimostrazioni di miracoli straordinari
fatti dagli “Apostoli” (dei quali, però, non esiste traccia in
alcun documento degli storici d’epoca
né dei loro nomi né delle
meravigliose e sovrumane gesta ad essi accreditate).
Se
questa spropositata divulgazione, così come viene attestata in
"Atti" fosse veramente avvenuta proprio in virtù delle
mirabolanti imprese ostentate pubblicamente dagli Apostoli , tutti
gli scribi dell'epoca ne avrebbero riportato le cronache. Invece non
ce n'è traccia in nessuno di loro.
In
realtà la “documentazione” sull’esistenza degli “Apostoli,
dei loro miracoli e della rapida diffusione del cristianesimo
proviene solo da scrittori cristiani, i cui manoscritti sono privi
di ogni veridicità storica e sono giunti a noi in copie edite secoli
dopo di loro, pertanto, anch'esse manipolate ideologicamente. Da
quanto detto sopra si evince che sino all’XI secolo, nessuno
storico accennò all’eccidio neroniano di seguaci di Cristo perché
ancora non era stato inventato dagli amanuensi ecclesiastici.
Nessun commento:
Posta un commento