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venerdì 3 marzo 2017

116– Il falso Jahvè. Il post esilio, il giudaismo del secondo Tempio e la restaurazione di Ezra 1

Nel 538 a.C. Ciro, coerentemente con la sua politica universalistica e tollerante, emanò un editto con il quale acconsentiva la ricostruzione del Tempio di Gerusalemme a spese dello Stato, alla restituzione degli arredi sacri del Tempio, confiscati da Nabucodonosor, e al rimpatrio di parte degli esuli ebrei. In Israele questo re fu celebrato come un Messia.
La costruzione del secondo Tempio ebbe luogo nel 520 sotto il governatore giudeo-persiano Zorobabele. Gli israeliti del Regno del Nord si offrirono di partecipare alla ricostruzione, ma il loro aiuto venne rifiutato senza mezzi termini in quanto la loro origine ebraica era considerata spuria. Zorobabele dichiarò categorico: "non conviene costruire insieme, voi e noi, un tempio al nostro Dio" (Ezra 4,3). Con ciò facendo capire che la fazione dei rimpatriati dall'esilio s'arrogava il diritto di stabilire la natura dell'ortodossia ebraica per diritto divino.
Il nuovo Tempio era di proporzioni più modeste rispetto a quello di Salomone. Al posto dell'arca dell'Alleanza, andata perduta, fu collocato il candelabro a sette bracci (menorà) che sarebbe diventato da quel momento in poi il nuovo simbolo del risorto Stato d'Israele.

Rifiorirono le antiche tradizioni, e in mancanza di un re si impose l'orientamento teocratico-sacerdotale. Il sommo sacerdote, inteso anche come rappresentante di Jahvè, acquistò un nuovo peso e venne posto al vertice del potere religioso e amministrativo. Ma qualche decennio dopo un profeta di nome Malachia, l'ultimo dei veri profeti, denunciò il generale degrado religioso causato dall'esteriorizzazione del culto, dall'avidità dei sacerdoti, dallo sfruttamento del popolo e dai matrimoni misti (Malachia 3,1-2).

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)