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giovedì 15 gennaio 2015

La mondanizzazione della Chiesa si accentuò con il massiccio afflusso nel cristianesimo della nobiltà romana dopo Costantino. 195

Dopo l’innalzamento del cristianesimo a religione di stato, da parte degli imperatori postcostantiniani, e il suo adeguamento totale ai rapporti sociali dominanti, la nobiltà romana affluì massicciamente nella Chiesa assumendo un atteggiamento spiccatamente «clericale», poiché il clero venne gratificato con privilegi di status sociale sempre più allettanti che lo equiparavano ai gradi più elevati della burocrazia statale.

Siricio (384-399), fu il «primo Papa» che ascese al soglio di Pietro come rappresentante della nobiltà romana e da allora il papato divenne esclusivamente appannaggio nobiliare perché le le condizioni imposte alla provenienza del clero divennere sempre più rigide ed esclusive. Nel V secolo in una circolare ai vescovi d’Italia, Leone I criticò la nomina di chierici non raccomandati da «una discendenza adeguata». Secondo lui gente che non avrebbe ottenuto la libertà dai suoi padroni, veniva innalzata all’alto rango dacerdotale, quasi che la volgarità di un servo (servilis vilitas) fosse degna di tale onore. Si crea l’opinione che possa piacere a Dio soltanto chi proviene da nobile lignaggio.

Dopo Leone I venne vietata l’elevazione di uno schiavo al rango secerdotale nonostante che allora la presenza di schiavi fosse massiccia nella Chiesa, mentre nel primo cristianesimo ex schiavi come Pio (ca.140) o come il famigerato Callisto (218-222) si erano assisi addirittura sul seggio vescovile di Roma.. Papa Gelasio I (492-496) vietò che non solo gli schiavi ma perfino i semplici dipendenti, diventasse chierici.

Le lettere di Papa Sinmmaco (498-514), che nel 502 formulò la fatidica dichiarazione che il Papa non poteva essere giudicato da nessun uomo, esprimono un disprezzo quasi incredibile per il popolo, che invece, guardava con venerazione alle sue guide spirituali. Esattamente come accadeva agli ebrei che avevano un sommo rispetto nei confronti dell’aristocrazia religiosa dei sacerdoti e dei
farisei, i quali, invece, disprezzavano le masse, definendo i proletari «pleba-
glia» (‘Amme-ha-arez’).

Otto Seeck, illustre studioso di storia romana e di archeologia, analizzando questa evoluzione della Chiesa affermò:«Finché fu limitata al popolino, fu democratica e socialisteggiante; a mano a mano che penetrò nei ceti superiori le sue forme istituzionali si trasformarono completamente, riproducendo l’organizzazione statuale del tempo, vale a dire un dispotismo sfrenato, con tutta la sua gerarchia burocratizzata. Questa trasformazione si attuò gradualmente, senza salti improvvisi, tanto da essere impercettibile da parte dei contemporanei. Ciò che si era imposto per motivazioni di ordine pratico, diventò prima usanza ecclesiastica, poi legge spirituale, e ben presto nessuno ricordò più che una volta le cose andavano diversamente. Era quindi assolutamente interno alla mentalità del cristiano nutrire il convincimento che Cristo e i suoi Apostoli avevano fondato la loro Chiesa esattamente come ciascuno la vedeva nel proprio tempo. Così anche le forme della costituzione ecclesiastica poterono diventare verità di fede intoccabili ed eterne come l’insegnamento di Cristo. Nessuno sapeva che ciò era in con-
traddizione con la realtà storica».

Poco prima di morire l’ottantaduenne Goethe affermò che la Chiesa avesse le sue buone ragioni per tenere i Vangeli il più a lungo possibile lontani dalla portata del popolo: «Che cosa avrebbe dovuto pensare un umile membro della comunità dello sfarzo principesco del Vescovo, se avesse visto, al contrario, la povertà e l’indigenza di Cristo, il quale andava umilmente a piedi, mentre il Principe-Vescovo scorrazzava su un cocchio trainato da sei destrieri!?»



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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)