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venerdì 13 marzo 2015

34 - “L'invenzione del cristianesimo” - Parte seconda. La pseudo resurrezione . 2

Sulle apparizioni del Risorto nei giorni successivi regna la più grande confusione tra gli evangelisti. Secondo Luca apparve ai due discepoli di Emmaus (Luca 24,13-42) e agli apostoli a Gerusalemme. Invece per Marco, Matteo e Giovanni, Gesù apparve agli apostoli solo in Galilea e mai a Gerusalemme.
Circa le apparizioni ai soli discepoli, Celso, molto acutamente, si chiese perché il Risorto non apparve anche ai suoi accusatori e giudici, per dimostrare loro la sua reale resurrezione (Origene, op. cit. 2,63-64) mettendo in grande imbarazzi i Padri della Chiesa che non seppero dare al quesito un risposta adeguata.
Ma come apparve Gesù in queste sue manifestazioni, corporeo o incorporeo, riconoscibile o come un personaggio ignoto? Sia nell'uno che nell'altro modo. Infatti in Giovanni la sua figura è così solida che l’incredulo Tommaso può ficcare le dita nelle sue ferite e Gesù inoltre consuma coi discepoli un buon arrosto di pesce; dall'altra appare come un etereo fantasma che non viene riconosciuto come Gesù e può penetrare attraverso porte sigillate (Matteo 28,1-8).
Molto emblematica è la testimonianza dei pellegrini di Emmaus. Dopo aver percorso un lungo tratto di strada con uno sconosciuto, durante il quale vengono rimbrottati da costui per la loro scarsa fede nella resurrezione di Gesù, solo a tavola, al momento di spezzare il pane benedetto, s'accorgono che il loro compagno di viaggio era Gesù risorto (Luca 24,13-31).
Luca è il più confusionario degli evangelisti perché nel suo Vangelo fa avvenire tutte le apparizioni in un solo giorno, mentre negli Atti, lo stesso Luca, le fa durare quaranta giorni.
Per quanto riguarda l'ascensione, le stesse contraddizioni e incongruenze. Matteo ad essa non accenna proprio; Marco ne parla invece esplicitamente (Marco 16,19) ma la sua testimonianza è palesemente aggiunta a posteriori perché nei manoscritti più antichi non c'è. Giovanni la fa raccontare da Maria di Magdala agli apostoli, senza che essi vi abbiano assistito (Giovanni 20,17-18).
Luca presenta due versioni contrastanti. Nel suo Vangelo l’Ascensione di Cristo avviene il giorno della resurrezione, nella sera della domenica di Pasqua e nei pressi di Betania. Negli Atti, invece, quaranta giorni dopo e sul Monte degli Ulivi (Luca 24,50- Atti 1,12). Per ovviare a queste contraddizioni in molti manoscritti antichi il Vangelo di Luca è stato manipolato conservando le parole «e mentre li benediceva si separò da loro», ma togliendo le altre «e venne elevato al cielo» (Luca 24,51). Insomma non c'è nulla di certo, tutto si svolge nel vago e nel pressappoco. Ciò rende evidente che la resurrezione e l'ascensione furono il frutto di fantasie, di vari sentito dire. Sono in molti a ritenere, a cominciare da Celso (vedi: Origene, Contra Celsum, Rizzoli, Milano, 1989), la cui opera corrosiva “Il discorso vero” fu distrutta dai Padri della Chiesa , che il corpo di Gesù sia stato trafugato dalla tomba e nascosto da Giuseppe d'Arimatea e che la resurrezione e l'ascensione siano scaturite dalla fantasia delirante della "pasionaria" e presunta consorte, Maria di Magdala.


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Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)