Visualizzazioni totali

giovedì 19 marzo 2015

L'evoluzione storico-linguistica del titolo di Papa nega validità al primato petrino. 204

L’evoluzione linguistica del titolo papale ci mostra come il Vescovo di Roma, da primus inter pares qual era considerato nei primi secoli del cristianesimo, assunse a poco a poco la pretesa di avere la sovranità assoluta sull'intera cristianità.
Il termine Papa (papa = padre), a partire dal III secolo era diventato il titolo onorifico riservato a tutti i vescovi e ciò rimase in vigore fino alla fine del primo millennio.

Per distinguere il «Papa di Roma» dagli altri «Papi vescovi» fin dal V secolo si usò solitamente l’espressione «Papa della città di Roma» oppure «Papa della Città Eterna» o ancora «Papa romano». Poi, dal V al VII secolo si i cominciò talvolta ad attribuire al «luogotenente di Pietro» - locuzione coniata soltanto nel V secolo - il predicato di Papa senz’altri attributi.


Ma nel 1080 Gregorio VII, nel suo Dictatus Papae, proclamò, con parole altisonanti il primato papale su tutto e su tutti per cui il titolo di Papa era unico e perciò doveva essere esclusivo del Pontefice romano. Questo Papa nel suo Dictatus decretò, in pieno delirio di onnipotenza, "Che solo al Papa tutti i Principi debbano baciare i piedi"; "Che ad Egli é permesso di deporre gli Imperatori"; "Che una Sua sentenza non possa essere riformata da alcuno; al contrario Egli può riformare qualsiasi sentenza emanata da altri"; "Che Egli non possa essere giudicato da alcuno"; "Che la Chiesa Romana non ha mai errato; né, secondo la testimonianza delle Scritture, mai errerà per l'eternità". Quindi con l’inizio del secondo millennio il termine «Papa» diventò prerogativa esclusiva del Vescovo di Roma. Ma, in base all'antica tradizione, il Patriarca di Alessandria d'Egitto ancor oggi si fregia del titolo ufficiale di «Papa».

Nessun commento:

Posta un commento

Benvenuti nel mio blog

Questo blog non è una testata giornalistica, per cui lo aggiorno quando mi è possibile. I testi sono in regime di COPYLEFT e la loro pubblicazioni e riproduzioni è libera purché mantengano lo stesso titolo e venga citando il nome dell'autore.

I commenti possono essere critici, ma mai offensivi o denigratori verso terzi, altrimenti li cancello. Le immagini le pesco da internet. Qualche volta possono essere mie manipolazioni.

Se volete in qualche modo parlare con me, lasciate la richiesta nei commenti, vi contatterò per e-mail. Dato che il blog mi occupa parecchio tempo, sarò laconico nelle risposte.

Se gli argomenti trattati sono di vostro interesse, passate parola; e, se site studenti, proponeteli al vostro insegnante di religione. In tal caso fatemi sapere le risposte che avete ottenuto. Grazie.

Lettori fissi

Archivio blog

Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)