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venerdì 5 giugno 2015

58 - “L'invenzione del cristianesimo” - Parte quarta - La Patristica

Dagli inizi del II secolo sorsero numerosi teologi che si batterono strenuamente per la diffusione del cristianesimo e che furono denominati Padri della Chiesa. La Patristica comincia con gli apologeti: Giustino, Clemente Alessandrino e Origene che, però, attuarono lo stravolgimento filosofico della dottrina di Gesù, fondando la loro fede nel Logos preesistente della filosofia neoplatonica anziché nel Regno di Dio, nominato nei Sinottici ben 75 volte.
Nelle loro opere il nome di Gesù è quasi inesistente e il cristianesimo viene collegato al patrimonio filosofico pagano e la religione cristiana trasformata in una filosofia religiosa. Giustificarono il saccheggio filosofico del paganesimo affermando che la filosofia greca era stata rubata dal Vecchio Testamento con l'aiuto di Satana e che quindi era giusto che il cristianesimo se ne riappropriasse.
Oltre che dalla filosofia greca, la Patristica attinse a piene mani anche dalle religioni misteriche, come aveva fatto Paolo, soprattutto da quella dei Misteri Eleusini. Tra il paganesimo e il cristianesimo si creò quindi un parallelismo quasi identico per cui era molto facile per un pagano travasare nel cristianesimo.
Fu soprattutto attraverso Origene, la cui opera principale “Dei Princìpi” (Peri Archon) originò la dogmatica ecclesiastica successiva, che la filosofia soppiantò la semplice spiritualità del Vangelo. Nel III e IV secolo paganesimo e cristianesimo possedettero i medesimi tratti caratteristici e gli stessi patrimoni salvifici: si proclamarono, cioè, religioni fondate sul mito del Redentore fattosi uomo che muore e risorge; condivisero gli stessi sacramenti, in particolare battesimo e pasto sacralizzato (eucaristia); ebbero a fondamento gli stessi libri sacri rivelati (sacre scritture, apocalissi e profezie) e ammisero gli stessi miracoli. Il passaggio da una fede all’altra, anche dal cristianesimo al paganesimo, si verificò con facilità estrema.
I Padri della Chiesa si resero conto dalle rassomiglianze dei riti e dei miti pagani con quelli del cristianesimo? Eccome! Scrive Giustino rivolgendosi ai pagani: «Quando poi sosteniamo che il Logos, prima emanazione di Dio, vale a dire Gesù Cristo, nostro Maestro, è stato generato senza l'atto sessuale, è stato crocifisso, è morto, è risorto ed è salito in cielo, allora non presentiamo nulla di strano al confronto coi vostri figli di Zeus...(Giustino, Apologia 1,20 sgg.).
Quindi riconoscevano la rassomiglianza, quasi perfetta, di Cristo con le divinità pagane. Ma come reagirono davanti a questo fatto? Mentendo spudoratamente, in quanto affermarono che erano i pagani ad aver copiato il cristianesimo, sorvolando sul fatto che i Misteri Eleusini erano di gran lunga anteriori. Oppure ammettevano che il diavolo avesse in epoca precristiana svelato ai pagani tutti i segreti cristiani, per cui se i pagani battezzavano, celebravano il sacrificio di tipo eucaristico, possedevano venerande scritture, compivano miracoli come i cristiani, tutto ciò era semplicemente opera del demonio.
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Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)