Visualizzazioni totali

venerdì 19 giugno 2015

62- “L'invenzione del cristianesimo” - Parte quarta - Il cristianesimo gnostico 1.

Abbiamo detto che il Cristo Gnostico cominciò a svilupparsi nell'ambito cristiano nel secondo secolo. Ad introdurlo a Roma nel 140 fu il filosofo gnostico Marcione di Sinope, sul Mar Nero. Egli portò alla comunità cristiana di Roma il suo vangelo e dieci lettere di Paolo, a quel tempo totalmente sconosciute nella capitale dell'Impero. Il suo vangelo fu accolto molto favorevolmente in un primo tempo ma subito dopo, nel 144, respinto come eretico in quanto presentava Cristo come un salvatore essenzialmente spirituale che non si era mai incarnato sulla Terra e che di uomo aveva assunto solo le sembianze umane.
Questo importantissimo documento, completamente distrutto dalla Chiesa, come il primitivo Vangelo degli Ebrei e gli altri Vangeli gnostici, è stato in parte ricostruito utilizzando le citazioni dei Padri della Chiesa che lo confutarono (Tertulliano, Crisostomo, Atanasio, Ireneo), da due studiosi: Adolf Von Harnack e Paul Louis Cuchoud. Secondo Elaine Pagels (I Vangeli gnostici, Mondadori, Milano, 1981) fu il vescovo di Lione, Ireneo, il primo a selezionare i documenti ritenuti ortodossi e a far distruggere quelli considerati eretici, come il Vangelo di Marcione.
Questo Vangelo cominciava dicendo che nel quindicesimo anno del regno di Tiberio (cioè nell'anno 30 d.C.) ai tempi del procuratore Ponzio Pilato e Caifa Sommo Sacerdote, il Salvatore figlio di Dio, era disceso dal cielo su Cafarnao, città della Galilea, per cominciare da lì le sue predicazioni e, riferendosi alla vita terrena di Cristo, descriveva la sua biografia con tanto di date, di luoghi e di personaggi, fino ad allora a tutti ignoti. Probabilmente fu su questi riferimenti storico-geografici riportati da Marcione che furono poi costruiti i quattro vangeli canonici. Fino ad allora, infatti, su Gesù erano circolate solo delle sentenze, chiamate Logìa, definite “corte e laconiche”. Il Cristo di Marcione si presentava a Cafarnao, in Galilea, in età già adulta, prendendo dell'uomo l'apparenza ma non la sostanza, essendo puro spirito. Crisostomo nella sua Lettera ai Filippesi (2, 7), riportando un passo del Vangelo di Marcione scrive:" Gesù ha preso una somiglianza d'uomo perché se fosse divenuto veramente uomo avrebbe cessato di essere un Dio". Negando di Gesù la nascita terrena, che cioè si è fatto carne come ognuno di noi, veniva negata anche la sua crocifissione e morte, considerate da Marcione del tutto simboliche e virtuali, perché il corpo di Cristo non era di carne. Anche la resurrezione, pertanto, si prefigurava come del tutto virtuale.
L'incarnazione di Cristo, e quindi la sua natura umana, nella prima metà del secondo secolo non veniva negata solo da Marcione ma anche da molti altri teologi e vescovi del tempo, come Papia, Carpocrate, Valentino, Nicola, Basilide e i Doceti.
Ma come nasce il Cristo Gnostico? E' singolare il fatto che Marcione nel 140 porti a Roma il suo vangelo gnostico assieme alle Lettere di Paolo. C'è una connessione tre le due cose? Marcello Craveri, senz'altro uno dei massimi studiosi della materia, ha sottolineato il carattere tipicamente gnostico di alcune importanti Lettere di Paolo di Tarso. A questo proposito basterebbe citare, dalla Lettera ai Filippesi, il seguente versetto: "Cristo, pur essendo di natura divina, spogliò se stesso assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini ci è apparso in forma umana" (Filippesi. 2, 6). Negazione chiara della sua terrenità.
A collegare Paolo alla gnosi, oltre alle Lettere, ci sono molti altri argomenti. Anzitutto, le ripetute visioni celesti dell'apostolo che alludono all'illuminazione di tipo gnostico; poi, il fatto, rilevato da molti, che Paolo non accenna mai alle origini terrene di Gesù, alle parabole, ai miracoli, ai personaggi e agli eventi più importanti della sua vita, come la Passione; inoltre, evita chiaramente di chiamarlo per nome (25 volte in tutto) ma in compenso lo nomina col nome di “Cristo” 378 volte, e si riferisce esclusivamente a lui come ad una entità spirituale ultraterrena proiettata in un ambito mitico e metafisico (E.Dujardin, Ancient History of the God Jesus, C.A. Watts & Co, London, 1938) I pochi riferimenti storici, riportati nelle epistole, riferibili ad una reale esistenza terrena di Gesù, secondo alcuni studiosi, sarebbero stati aggiunti posteriormente. Tutto ciò potrebbe far supporre che Paolo fosse uno gnostico, ma nelle sue Lettere ci sono anche chiari passi che lo negano. Nel prologo della Lettera ai Romani, come nell'introduzione a tutte le altre Lettere, Paolo scrive: "Io sono Paolo, servo di Dio, apostolo per vocazione, prescelto per annunziare il vangelo di Dio riguardo al figlio, nato dalla stirpe di David secondo la carne" (Romani 1,1). Con ciò non solo ammettendo l'incarnazione di Gesù ma negando anche che questa sia avvenuta per opera divina. Ciò fa supporre che le Lettere di Paolo, che prefigurano il Cristo terreno e quello puramente spirituale, abbiano subito manipolazioni e interpolazioni da entrambe le Chiese, quella gnostica e quella ortodossa.
"L'invenzione del cristianesimo " ebook € 1,99 (store: Amazon, LaFeltrinelli, Kobo, Internet Bookshop Italia, Bookrepublic Store, etc...)

Nessun commento:

Posta un commento

Benvenuti nel mio blog

Questo blog non è una testata giornalistica, per cui lo aggiorno quando mi è possibile. I testi sono in regime di COPYLEFT e la loro pubblicazioni e riproduzioni è libera purché mantengano lo stesso titolo e venga citando il nome dell'autore.

I commenti possono essere critici, ma mai offensivi o denigratori verso terzi, altrimenti li cancello. Le immagini le pesco da internet. Qualche volta possono essere mie manipolazioni.

Se volete in qualche modo parlare con me, lasciate la richiesta nei commenti, vi contatterò per e-mail. Dato che il blog mi occupa parecchio tempo, sarò laconico nelle risposte.

Se gli argomenti trattati sono di vostro interesse, passate parola; e, se site studenti, proponeteli al vostro insegnante di religione. In tal caso fatemi sapere le risposte che avete ottenuto. Grazie.

Lettori fissi

Archivio blog

Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)