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giovedì 11 giugno 2015

La Chiesa, per giustificare l'istituzione del battesimo, dovette ricorrere ad assurde interpretazioni del Vecchio e del Nuovo Testamento. 216

Il battesimo cristiano, venne propagato soprattutto da Paolo, benché l'apostolo ammetta esplicitamente che in nessun caso Cristo lo abbia invitato a battezzare (Cfr. i Cor. 1, 14. 16 con 1, 17). Egli, per giustificare questo sacramento, con mirabili contorsioni teologiche, ricorse allora al passaggio degli Israeliti attraverso il Mar Rosso, durante il quale «tutti sono stati battezzati (in Mosè nella nube e nel mare» (1 Cor. 10, 2).

La Chiesa delle origini, risultando evidente che Gesù, presunto fondatore dell’istituto battesimale, non ne aveva mai fatto menzione nei Vangeli, considerò questo sacramento fondato dalla morte di Gesù, ricorrendo, per «provare» questa tesi, ad altre interpretazioni del Vecchio Testamento assurde e inverosimili. Così il vescovo Cipriano si vide costretto a sostenere che ogni volta che nella Bibbia si parla d’acqua (aqua sola) si doveva intendere la proclamazione del battesimo. (Cypr. ep. 63, 8 sg.).

Parimenti individuava un’allusione profetica al sacramento del battesimo in tutti quei passi nei quali un’acqua qualsiasi entrava in contatto con un qualsivoglia pezzo di legno (la Croce!), come nel caso dell’Arca di Noé, della verga usata da Mosé per separare le acque del Mar Rosso, dei bastoncini collocati da Giacobbe negli abbeveratoi delle pecore per meglio governare il gregge, e così via.
Per ovviare al fatto che gli apostoli non erano stati battezzati si ricorse alle storie neotestamentarie delle tempeste abbattutesi su laghi o mari, intese come l’effettuazione del loro battesimo. In questo modo Pietro sarebbe stato battezzato durante la sua passeggiata sui lago, quando finì sott’acqua di fronte a Gesù.

Non essendo ancora stato inserito nel Vangelo di Matteo il falso ordine di battezzare «in nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo», nel cristianesimo che va dal I fino al IV secolo, com’é possibile provare con esattezza, si battezzava soltanto richiamandosi a Gesù oppure «nel nome di Gesù», ignorando totalmente la SS. Trinità non essendo stata ancora elaborata alcuna dottrina trinitaria introdotta soltanto nel IV secolo. Quindi nei primi tre secoli il battezzando veniva affidato a Gesù considerato il suo Signore, come si consegnava simbolicamente il seguace dei Misteri alla sua divinità pagana.


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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)