Visualizzazioni totali

martedì 14 luglio 2015

69- “L'invenzione del cristianesimo” - Parte quarta. La distruzione del paganesimo.

Finché la Chiesa fu perseguitata invocò incessantemente la tolleranza e la libertà religiosa. Non appena però ebbe l'appoggio degli Imperatori divenne intollerante e persecutrice, arrivando al punto di annientare con la violenza tutti i culti antichi pagani. Seguendo l'ordine del Dio ebraico Jahvè che nel Vecchio Testamento imponeva agli ebrei di travolgere gli altari dei pagani, di spezzare i loro templi, di bruciare le loro statue e di uccidere gli infedeli «fino all’ultimo uomo» (Deuteronomio 7,2 sgg.), la Chiesa trionfante costrinse i successori di Costantino ad attuare una feroce persecuzione contro coloro che non accettavano o mettevano in discussione la sua dottrina e contro la cultura e la religione pagana. Già nel 325 Costantino (rinnegando l'Editto di Milano che concedeva libertà di culto ai cristiani ma anche a qualsiasi altra concezione religiosa) aveva cominciato a perseguitare i cristiani dissidenti, bollati come eretici (Nestorio, Ario e i Montanisti) e fatto bruciare pubblicamente le loro opere.
Quindi si era accanito contro i filosofi Nicagora, Ermogene e Sopatro, e aveva mandato al rogo gli scritti del neoplatonico Porfirio, autore dell'opera monumentale "Contro i cristiani", in 15 libri, di cui è scomparsa ogni traccia. Da allora, per più di mille anni, filosofare divenne pericoloso e comportò la condanna per eresia che implicava l'esilio e la confisca dei beni. La repressione raggiunse il culmine sotto Teodosio I, che nel 380 proclamò il cristianesimo religione di Stato, e poi con Teodosio II e Valentiniano III che aizzarono i cristiani al saccheggio dei templi, all'esproprio dei loro beni e alla conversione coatta dei pagani, pena la condanna a morte e la confisca dei loro beni. Sotto la guida del clero e soprattutto di monaci fanatizzati furono in breve distrutti innumerevoli templi pagani, che contenevano opere d'arte inestimabili. Alcuni di essi si salvarono trasformandosi in chiese. Nel 391 il vescovo Teofilo di Alessandria, dopo aver distrutto i templi della città, tra i quali quello importantissimo di Dioniso, organizzò con gli arredi e i simulacri sacri da essi prelevati, delle processioni blasfeme e irridenti e con l'accetta fece a pezzi, di sua mano, la statua colossale di Serapide, costruita da Briasse, grande artista ateniese (Socrate Scolastico, Storia della Chiesa 5,16). Per di più questo vescovo fanaticamente convinto che la cultura pagana e laica fosse la negazione del cristianesimo, diede ordine di incendiare la famosa biblioteca di Alessandria con annesso il Serapeo [la scuola scientifica], e così tutto il sapere del mondo antico andò in fumo. Questa biblioteca conteneva, infatti, tutti i classici antichi egiziani, greci e latini, nonché rarissimi libri provenienti dall’India e numerosi manoscritti alchemici. Di somma importanza era l’intera opera di Manetone, il sacerdote egizio vissuto ai tempi di Tolomeo I e, secondo la tradizione, autore di una monumentale storia dell'antico Egitto, ricavata dagli archivi dei faraoni. Altrettanto famosi erano i testi del fenicio Moco, nei quali si parlava di teoria atomica e il favoloso Libro di Toth (Sozomeno, Storia della Chiesa 7,15). Non si infierì solo contro i monumenti del culto pagano ma anche contro le persone di cultura che non condividevano il cristianesimo. Così ad Alessandria, nel 415, aizzati dal patriarca Cirillo, sanguinari monaci cristiani assassinarono nel modo più brutale Hypatia, l’ultima grande filosofessa del Neoplatonismo, celebrata in tutto il mondo antico per la sua dottrina e virtù. I monaci, che allora vivevano quasi allo stato brado e si nutrivano brucando l'erba come le capre, furono odiosamente attivi in questa furia devastatrice. Tutti questi atti vandalici vennero incoraggiati e giustificati dai Padri della Chiesa come Crisostomo e Agostino. Per Agostino, il più settario di loro, la distruzione degli antichi luoghi di culto e delle statue degli dei erano un atto di autentica devozione cristiana (Agostino, Epistola 91).
Il Codice Teodosiano, emanato dall'imperatore Teodosio, accentuò la persecuzione contro i non cristiani. A questi cittadini rimasti pagani, infatti, vennero soppressi i diritti civili e tolta la possibilità di partecipare al governo della città, all'insegnamento e alle magistrature.
Furono vietati i matrimoni tra cristiani ed ebrei e si diede inizio alla prima persecuzione contro i figli di Israele. Furono imposti la confisca dei beni non cristiani e la definitiva distruzione dei templi pagani e delle sinagoghe per far posto a chiese.
San Giovanni Crisostomo, a seguito di quell'editto, incitò gruppi di monaci fanatizzati a distruggere i santuari dei gentili e nella sua "Omelia sulle statue" giustificò gli editti di Teodosio e la violenza contro i pagani.
Agostino, uno dei più influenti Padri della Chiesa, nella sua Lettera 185 del 414 legittimò le persecuzioni della Chiesa contro i pagani, come aveva fatto anche a proposito della distruzione dei loro templi, affermando: "... v'è una persecuzione ingiusta inflitta dagli empi alla Chiesa di Cristo e v'è una persecuzione giusta inflitta agli empi dalla Chiesa di Cristo (2, 11)".
Naturalmente gli empi erano gli eretici, i pagani e chiunque non volesse accettare il cristianesimo.
In conseguenza di questa lotta al paganesimo tutte le più importanti istituzioni culturali e artistiche del mondo antico decaddero e furono cancellate. I giochi olimpici cessarono definitivamente nel 394 e l'università di Atene, la più prestigiosa istituzione culturale del mondo antico, venne chiusa nel 529. Da allora i filosofi non cristiani furono obbligati al silenzio.

"L'invenzione del cristianesimo " ebook € 1,99 (store: Amazon, LaFeltrinelli, Kobo, Internet Bookshop Italia, Bookrepublic Store, etc...)

Nessun commento:

Posta un commento

Benvenuti nel mio blog

Questo blog non è una testata giornalistica, per cui lo aggiorno quando mi è possibile. I testi sono in regime di COPYLEFT e la loro pubblicazioni e riproduzioni è libera purché mantengano lo stesso titolo e venga citando il nome dell'autore.

I commenti possono essere critici, ma mai offensivi o denigratori verso terzi, altrimenti li cancello. Le immagini le pesco da internet. Qualche volta possono essere mie manipolazioni.

Se volete in qualche modo parlare con me, lasciate la richiesta nei commenti, vi contatterò per e-mail. Dato che il blog mi occupa parecchio tempo, sarò laconico nelle risposte.

Se gli argomenti trattati sono di vostro interesse, passate parola; e, se site studenti, proponeteli al vostro insegnante di religione. In tal caso fatemi sapere le risposte che avete ottenuto. Grazie.

Lettori fissi

Archivio blog

Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)