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giovedì 16 luglio 2015

Il battesimo dei bambini, ignorato dalla Chiesa primitiva, diventò d'uso comune nel VI secolo, giustificato da un’inesistente tradizione apostolica. 221

I Padri della Chiesa rifiutarono con argomentazioni ragionevoli il battesimo dei bimbi perché le persone dovevano accostarsi a questo sacramento da adulte.
Potevano diventare cristiani non appena erano in grado di conoscere Cristo.
Tertulliano, infatti, si chiedeva :«Per quale ragione l’età dell’innocenza dovrebbe affrettarsi tanto alla remissione dei peccati?»

Solo che non era l’età dell’innocenza ad avere tanta fretta, bensì la Chiesa, che
già nel III secolo sosteneva, con Cipriano, che il primo grido del bimbo appena giunto al mondo non era un pianto, come pensavano un po’ pessimisticamente gli Epicurei, ma l’invocazione del battesimo.
La somministrazione del battesimo ai bambini non viene mai giustificato nel Nuovo Testamento tanto che di esso non c'è alcuna traccia, ma la Chiesa con la sua consueta spudoratezza, giustificò questa innovazione riconducendola a un’inesistente tradizione apostolica.

Nel III secolo il rito battesimale dell’Ordinamento Ecclesiastico di Ippolito prescrive già il battesimo dei bambini, il baptismus infantium; ma nel V secolo Gregorio di
Nazianzio preferiva far battezzare le persone solo dopo i tre anni, affinché potesse loro restare almeno l’ombra del ricordo di quella felicità. 

Fino all’inizio del Medioevo, di regola, si battezzavano solo gli adulti, poi, a partire dal VI secolo, s’impose il battesimo degli infanti, decisamente teorizzato da Agostino. In seguito furono solo poche sette che, richiamandosi alle usanze battesimali protocristiane, osteggiarono tale innovazione: i Pelagiani, gli Albigesi, i Valdesi, gli Anabattisti, i Sociniani, crudelmente perseguitati dappertutto.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)