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martedì 28 luglio 2015

73- “L'invenzione del cristianesimo” - Parte quinta. I sacramenti. 1

Con la procrastinazione della parusia, rivelatasi un abbaglio e spostata al Giorno del Giudizio, la Chiesa per giustificare la sua permanenza nei secoli fu costretta a creare un apparato sacramentale che comportò l'istituzione di cerimonie sfarzose e l'adozione di ricchi paramenti, copiati fin nei minimi particolari, dalle religioni misteriche.
Già l'apostolo Paolo, come abbiamo accennato in precedenza, aveva inserito nel suo cristianesimo personale due riti sacri derivati dai pagani, che non erano mai stati praticati dagli apostoli e assolutamente ignorati dalla Chiesa di Gerusalemme: il battesimo e l'eucaristia.
A questi due primi fondamentali sacramenti la Chiesa, col trascorrere dei secoli, ne aggiunse altri cinque, tra i quali il più importante è quello della penitenza. Diamo un'occhiata a questi tre sacramenti per analizzarne l'origine e l'evoluzione e dimostrare le assurdità che li caratterizzano.
Il battesimo è il primo sacramento che viene impartito al cristiano poco dopo la sua nascita. Ha il triplice scopo di togliere la tara ereditata in seguito al peccato di Adamo, secondo la leggenda sumerico-ebraica del Peccato Originale; di cancellare tutte le colpe del passato, se somministrato in età adulta; e infine, ad imprimere il marchio indelebile di appartenenza alla Chiesa. Questo sacramento, assieme a quello dell’eucaristia, era usato come rito iniziatico nelle religioni soteriche diffuse in tutto l'antico mondo pagano, sia in Oriente che in Occidente.
Le cerimonie battesimali, prima della nascita del cristianesimo, erano tutte uguali nell’antichità, anche se recitate in nome di divinità diverse: in Egitto invocando la dea Iside, in Frigia Attis, a Babilonia Marduk, in Grecia Dionisio e in Persia Mitra. Mentre l’iniziato veniva immerso nell’acqua lustrale, il sacerdote recitava: «Tu sei rinato e da questo momento farai parte del mondo degli eletti a cui sono aperte le porte dell’eternità».
Tra gli ebrei del tempo di Gesù era praticato solo dagli esseni, che lo consideravano iniziatico alla setta. Fu introdotto nel cristianesimo da Paolo di Tarso, in sostituzione della circoncisione, aborrita dai gentili. Per Paolo il battesimo veniva amministrato in età adulta. Solo assai più tardi, quando la Chiesa riscoprì il peccato originale, fu poi imposto obbligatoriamente a tutti i neonati.
Dobbiamo a Tertulliano e al sommo dottore sant’Agostino, la riscoperta dell'antico peccato di Adamo, ignorato sia da Gesù, sia dagli apostoli, e ad imporlo come dogma fondamentale della Chiesa. Questa riesumazione dell’antica colpa primigenia, che trasformava l’intera umanità in una «massa dannata», per cui i neonati venivano al mondo con una natura decaduta che, in assenza di battesimo, li avrebbe privati dell'accesso al paradiso, portò presto a sancire che il battesimo era indispensabile per cancellare questa tara che escludeva i non battezzati dal regno dei cieli.
Ecco quindi l’esigenza di amministrarlo subito dopo la nascita e perfino al feto, non ancora nato, se c’era minaccia d’aborto. Esigenza mantenuta anche quando la Chiesa, riconoscendo la mostruosità dell'inferno per i neonati morti senza battesimo, inventò per loro il limbo (una forma di inferno quasi mite), rimasto in vigore fino al 20/04/2007, quando Benedetto XVI, lo ha ufficialmente abolito, "trasferendo" le anime dei pargoletti non battezzati, in un angolo imprecisato del paradiso (nel sottoscala o in soffitta?).
Con questo rito stregonesco (un po' d'acqua versata sulla testa e la recita di una formuletta di rito), che come un superdetersivo cancella ogni colpa passata, se somministrato ad un adulto, e imprime a vita l’appartenenza del battezzato alla Chiesa, viene violata la più elementare forma di libertà di religione, perché questo sacramento è inalienabile, una specie di marchio a fuoco impresso nell’anima.
Chi volesse toglierselo, afferma la Chiesa, non lo può fare. Si può, volendo, eliminare gli aspetti formali del battesimo, costringendo le parrocchie, mediante una procedura prevista dalla legge, a cancellare il nome del richiedente dalle liste dei battezzati. Ma questi sbattezzi sono per la Chiesa solamente formali in quanto si rimane sempre cristiani anche se, in base al diritto canonico, gli sbattezzi sono considerati un’apostasia (abbandono della religione) e comportano la scomunica automatica, con l’esclusione dai sacramenti e dal funerale religioso.
L'imposizione del battesimo ai neonati è quindi la più eclatante violazione del diritto dei minori, nonché della libertà di religione strombazzata in tutte le costituzioni degli Stati democratici dell'Occidente. Dovrebbe essere vietata anche in Italia che è costituzionalmente uno Stato laico, perché obbligando il neonato ad aderire coercitivamente ad una religione, si contravviene ai dettami costituzionali sulla libertà di religione come stabilisce anche la sentenza 239/84 della Consulta. Sentenza che sancisce che per l'adesione ad una religione deve sussistere il pieno possesso della capacità di intendere e di volere, cose che il neonato non possiede minimamente.
La volontà del neonato non può assolutamente venir surrogata da quella dei genitori o del padrino dato che la legge impedisce ai genitori l'iscrizione dei propri figli a un sindacato, a un partito, o ad una qualsiasi altra associazione. Iscrizione, si badi bene, che è pur sempre revocabile, Mentre l'adesione ad una religione si propone come irrevocabile e indelebile e quindi andrebbe ancor più vietata. Il bello è che anche la Chiesa, con il Concilio Vaticano II, ha riconosciuto il diritto alla libertà di religione. Ma solo a parole. Infatti se fosse veramente rispettosa di questa libertà dovrebbe richiedere a tutti coloro che vengono battezzati ancora in fasce, e quindi incapaci di intendere e di volere, di confermare l'accettazione di questo sacramento con la cresima o confermazione, dopo compiuti i 18 anni. In caso di rifiuto, considerare il battesimo nullo. Invece la cresima viene fatta in tenera età per impedire, ipocritamente, ai battezzati di poter disconoscere il battesimo ricevuto a loro insaputa e che la Chiesa considera un marchio indelebile che in nessun caso il cristiano può togliersi.


1 commento:

  1. Il tuo articolo è bellissimo complimenti, il battesimo telo dico non è indelebile nessun versetto evangelico infatti;sancisce l'indelebilita del segno, tale concezione è un puro abuso sopruso della chiesa, telo ripeto il battesimo come atto storico è nullo inquanto il segno come atto storico non è sancito dai vangeli, stesso dicasi per la ex opere operato anch'essa non è assolutamente prevista dai vangeli.

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Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)