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giovedì 31 marzo 2016

Il cristianesimo, fin dal II secolo, fu sempre più influenzato dalla filosofia ellenistica e, in particolar modo, dal platonismo. 254

Per guadagnarsi l’intellettualità che consentisse al mondo culturale più influente di trovare nel cristianesimo quel soddisfacimento offerto dall’elevatezza di pensiero dei Misteri pagani, dalla Gnosi e dell'alta speculazione filosofica greca, nel Il e nel III secolo gli Apologeti della giovane religione cristiana si appropriarono di tutto quello che il mondo pagano aveva da offrire sotto Il profilo intellettuale e religioso.

Scopiazzarono a piene mani: i Misteri, la Stoa, il Cinismo, Pitagora, Platone e Aristotele, persino anche il vituperato Epicuro, la storia della religione di Varrone, Cicerone, Omero (citato da quasi tutti i padri greci della Chiesa), Sofocle, Esiodo, Euripide e, infine, Virgilio, il quale nell’occidente latino assunse la stessa posizione di Omero in quello greco-orientale e ad opera del cristianesimo divenne addirittura, per mezzo della sua Quarta Ecloga, un «Profeta di Cristo».

Bisognava dimostrare che il cristianesimo non era affatto poi tanto diverso dalla cultura dell'epoca, ma, al contrario, ad essa straordinariamente affine e adeguata al suo livello. I pagani illuminati vi avrebbero riconosciuto che la dottrina di Gesù era addirittura un completamento della cultura e della religione antiche. Tutto venne fogocitato con spontaneo, quasi inconsapevole zelo, in un lungo arco di tempo.

Ma fu il Platonismo ad essere recepito in misura maggiore per cui la moderna ricerca teologica vede nella storia spirituale del cristianesimo antico in gran parte nient’altro che la storia del platonismo. I Padri della Chiesa più eminenti, che conoscevano Platone meglio della Bibbia e degli scritti del Nuovo Testamento, collocarono il filosofo greco addirittura accanto a Gesù.

Platone determinò sempre di più la cosmologia cristiana, la dottrina divina, l’etica e la liturgia, e lo stesso Agostino fu pesantemente influenzato dal Neoplatonismo che sostanzialmente non si distingueva granché dal Cristianesimo. Un allievo della filosofessa pagana Hypatia, il Vescovo Sinesio di Cirene, nei suoi scritti contrastò pesantemente le concezioni protocristiane, per lui funeste, al punto di respingere tutti i dogmi che non coincidevano col Neoplatonismo.



Nel VI secolo alcuni autori ecclesiastici si potevano permettere di pubblicare testi stoici come se fossero semplicemente cristiani, limitandosi a sostituire il nome di Socrate o di Platone con quello di Cristo. Nel secolo XV il filosofo fiorentino Marsilio Ficino pretendeva addirittura che nelle chiese si predicasse Platone insieme ai Vangeli.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)