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venerdì 20 maggio 2016

40– Il falso Jahvè. Il segno del Patto: la circoncisione. 2

È la circoncisione il suggello del vincolo stretto tra Dio e Abramo e la sua discendenza? Ebbene, sappiamo per certo che presso gli israeliti cominciò a diffondersi soltanto dopo l'insediamento a Canaan, per cui non la si trova nei più antichi documenti giuridici, e nel Levitico è menzionata solo una volta senza rilievo. Anche in questo caso Abramo non c'entra. C'entra invece, e non poco, Mosè.
Questa antichissima usanza, praticata per motivi igienico-sanitari, sociali e religiosi era, al tempo di Mosè, diffusa comunemente in Egitto ma sconosciuta presso i filistei, gli assiri, i babilonesi e i semiti. Già Erodoto aveva affermato nel V sec. a.C. che il popolo egizio era stato il più antico ad avere introdotto la circoncisione (Erodoto, Historiae, II, 36,3 e 37,2). I Fenici e gli ebrei riconoscevano essi stessi di aver appreso quest'uso dagli egizi (Erodoto, op.cit., II, 104), (E.Meyer, op.cit., pag. 440).
Il ricercatore di incunaboli e archeologo Willis Budge (Osiris and the Egyptian Resurrection, pagg. 219-223) scovò scolpita a rilievo su una tomba di Saqqara, risalente alla VI dinastia, circa 2500 a.C., la rappresentazione di un sacerdote nell'atto di praticare, con un coltello di pietra, la circoncisione su un giovane egiziano; e G.Elliot Smith, (Egyptian Mummies, pagg. 78 e 80) anatomista delle mummie, trovò asportazioni del prepuzio su mummie contemporanee ad Abramo. Quindi, la circoncisione era pratica comune in Egitto fin dai tempi più antichi.
Senz'altro Mosè, per il quale il suo popolo in nessun caso doveva essere inferiore agli egizi, impose nel corredo cerimoniale religioso la circoncisione, quale tipico segno distintivo. Ma forse, conformemente agli altri riti della religione egiziana che erano stati assimilati durante la loro lunga permanenza, questa era già da loro praticata da generazioni.
Freud commenta che Mosè aveva probabilmente introdotto quest'usanza tra gli ebrei in quanto ravvisava in essa un segno di superiorità, di purezza e di distinzione, e ci fa sapere che i popoli che hanno adottato la circoncisione “si sentono innalzati da essa, in un certo qual modo nobilitati, e guardano con disprezzo agli altri, che considerano impuri" (S. Freud, L'uomo Mosè, cit., pag. 357).
Il gruppo di Mosè, una volta rientrato nella terra di Canaan e unitosi alle altre tribù semitiche, etnicamente affini, diffuse tra queste tribù sia il monoteismo sia la circoncisione. Difatti, soltanto molto tardi, vale a dire dopo la caduta dei regni d'Israele e di Giuda, e soprattutto durante l'esilio tra i babilonesi che non la praticavano, la circoncisione divenne il segno religioso distintivo dell'appartenenza al popolo d'Israele, l'indelebile marchio di proprietà di Dio e segno dell'Alleanza.
Nel corso della definitiva codificazione della Bibbia tale adozione fu occultata, come tutte le altre tracce riguardanti l'identità egizia di Mosè, e attribuita ad Abramo. Infatti, per la Bibbia la circoncisione era una prescrizione giuridica già in Genesi 17.


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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)