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venerdì 27 gennaio 2017

106– Il falso Jahvè. La scomparsa del quarantesimo libro della Bibbia 1

Sappiamo che nel Regno di Giuda veniva coltivato un odio mortale verso il regno fratello d'Israele a causa del culto di Baal, e sappiamo che dopo la sua distruzione il Regno di Giuda cancellò di proposito ogni traccia della vera impronta religiosa d'Israele, limitandosi a dichiararlo idolatra. Ma Giuda nutriva un eguale e forse più intenso odio anche per il regno di Edom, che comprendeva il territorio poi chiamato Idumea.
Gli edomiti erano collegati politicamente e religiosamente agli Israeliti, e molti Alti Luoghi – santuari a cielo aperto dedicati a Baal, cioè a Jahvè – si trovavano nel loro territorio. Per alcuni biblisti addirittura il Monte di Dio, cioè il luogo dove Mosè ricevette le famose Tavole della Legge, si trovava a Teman, nella terra di Edom, e non nel Sinai.
Durante l'invasione assira gli edomiti riuscirono a salvaguardare la loro indipendenza e autonomia e conservare il loro culto ma, col passare dei secoli, vennero assimilati dai nabatei, che fondarono la loro capitale a Petra. Secondo il Libro di Jashar gli edomiti erano i sacerdoti di Bethel, i guardiani del Monte di Dio e una tribù importante d'Israele.
Nel Libro di Giosuè viene raccontato un fatto insolito e misterioso. Un giorno, mentre era vicino a Gerico, Giosuè alzò gli occhi e vide di fronte a sé un uomo con la spada sguainata. Gli andò incontro e gli domandò: “Sei dei nostri oppure un nemico?” Egli rispose: “Né uno dei vostri né un nemico. Sono il capo dell'Esercito del Signore, e ora vengo ad aiutarti”. Giosuè si prostrò a terra e gli domandò: “Che cosa vuol dire il mio Signore al suo servo?” Il capo dell'Esercito del Signore rispose: “Togliti i sandali dai piedi perché questo luogo è sacro”. E così fece Giosuè (Giosuè 5,13-15).
Chi era questo personaggio misterioso che si presenta come più importante del successore di Mosè? Il Libro di Giosuè non ce lo dice perché il racconto s'interrompe bruscamente, quasi fosse stato censurato. Non è impossibile supporre che l'uomo misterioso e così potente fosse il capo degli edomiti, Jashar. Infatti, la Bibbia contiene la prova che un tempo esisteva un quarantesimo libro dell'Antico Testamento chiamato appunto Libro di Jashar, o Libro del Giusto. Questo libro nella Bibbia viene citato due volte. La prima quando descrive il "giorno lungo di Giosuè a Gabaon":
"Il giorno che l'Eterno diede gli Amorei nelle mani dei figli d'Israele, Giosuè parlò all'Eterno e disse in presenza d'Israele: «Sole, fermati su Gabaon, e tu, luna, sulla valle di Ajalon!». Così il sole si fermò e la luna si arrestò, finché il popolo si fu vendicato dei suoi nemici. Questo non sta forse scritto nel libro di Jashar?" (Giosuè 10,12-13).
La seconda in Samuele:
"Allora David intonò questo lamento su Saul e suo figlio Giònata e ordinò che fosse insegnato ai figli di Giuda. Ecco, si trova scritto nel Libro di Jashar "(2 Samuele, 1, 17-18).
Cenni brevissimi, forse sfuggiti agli scribi redattori ma importantissimi perché ci fanno sapere che quel libro è esistito e quindi o è stato perduto, o volutamente nascosto dalla classe sacerdotale.


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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)