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martedì 13 settembre 2016

67– Il falso Jahvè. Il regno unito 6

 In conclusione, Salomone fu un sovrano per niente eccezionale sotto il profilo storico-politico. L'unica cosa veramente importante che lo ha consegnato alla storia è stata la costruzione del Tempio di Gerusalemme, il primo tempio coperto di questo popolo, che sostituì, non senza gravi contrasti come poi vedremo, i molti luoghi di culto all'aperto disseminati nella Palestina, chiamati Bamoth o Alti Luoghi (santuari rurali all'aria aperta), nei quali si venerava Jahvè. La costruzione del Tempio determinò grandi rivolgimenti in campo religioso e provocò l'accentramento a Gerusalemme di tutti i sacerdoti e di tutti i sacrifici a Jahvè e la conseguente nascita di un clero di Stato sottomesso al potere politico.
Non possiamo però sottacere il fatto che Salomone fallì in quello che era stato il capolavoro politico del padre David: l'unificazione di tutte le dodici tribù d'Israele. A causa dell'enorme sfruttamento umano e tributario cui sottopose gran parte del suo popolo, e anche di certi privilegi concessi alla sua tribù di Giuda che rinfocolarono antiche rivalità tribali, nonché dell'accentramento forzato del culto a Gerusalemme, vennero a determinarsi i presupposti che portarono, al momento della sua morte, alla disgregazione definitiva del regno unito e al crollo del paradigma regale davidico, che era ritenuto eterno per promessa divina.
Fino a qualche decennio fa la maggior parte degli studiosi concordava sul fatto che la monarchia unita, a differenza delle visioni sanguinarie della conquista di Canaan descritte nei libri di Giosuè e dei Giudici, rappresentasse il primo periodo biblico a poter essere effettivamente considerato storico. Anche se alcune imprese di David e di Salomone erano considerate sicuramente leggendarie (come l'uccisione di Golia), essi ritennero che la storia del regno unito fosse compatibile con la realtà archeologica. Di recente, però, dopo che è stato possibile stabilire che Gerusalemme, al tempo di David e Salomone, era una modesta cittadina, povera, incolta e arretrata e che i grandiosi monumenti ascritti a Salomone sono sicuramente attribuibili ad altri re, posteriori di più di un secolo, le cose sono molto cambiate.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)