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venerdì 16 settembre 2016

68– Il falso Jahvè. Il regno unito 7

Alcuni critici biblici radicali, soprannominati dai loro detrattori "minimalisti biblici", come Thomas Thompson e Neil Peter Lemche dell'Università di Copenaghen e Philip Davis dell'Università di Sheffìeld, partendo da un punto di vista letterario e archeologico, hanno definito la monarchia unita di Israele la raffigurazione di un passato idealizzato oltremisura, per nulla corrispondente alla realtà storica, messo a punto dai circoli sacerdotali di Gerusalemme al tempo di re Giosia e revisionato in età postesilica o addirittura ellenistica. La descrizione entusiastica che la Bibbia dà delle grandi vittorie militari di David e dei grandi progetti architettonici di Salomone non trovano riscontro nelle testimonianze archeologiche.
David Ussishkin, archeologo della Tel Aviv University, non riuscì a trovare alcuna traccia di architettura monumentale e nemmeno di semplici frammenti di vasellame nella Gerusalemme del decimo secolo, al tempo di David e Salomone. Ciò a significare che si trattava di un centro molto modesto, non più grande di un villaggio dell'altopiano. Anche il restante territorio di Giuda, abitato da una ventina di piccoli villaggi e da alcune migliaia di abitanti, in gran parte pastori nomadi, non può assolutamente essere considerato il centro di un grande impero che si estendeva dal Mar Rosso alla Siria. Come avrebbe potuto un re, sia pure carismatico e valoroso, in una regione così sperduta, arretrata, povera e spopolata, trovare uomini ed armi necessari per conquiste territoriali cosi vaste come quelle attribuite a re David? Giuda aveva allora un'agricoltura irrilevante, finalizzata all'autosufficienza. L'economia si basava sulle singole comunità rurali o su gruppi pastorali e ignorava le rotte commerciali. Che ricchezza poteva offrire al suo sovrano in queste condizioni? Inoltre non è stata trovata neanche una piccola testimonianza della presunta attività letteraria nel Regno di Giuda del decimo secolo a.C. da giustificare la vasta produzione letteraria di David e Salomone..

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)