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martedì 5 maggio 2015

49 - “L'invenzione del cristianesimo” - Parte terza. Paolo di Tarso. Quarta ed ultima visita a Gerusalemme 1

Accompagnato da Luca, il presunto autore degli Atti e del Vangelo omonimo, da Timoteo, da Tròfimo di Efeso e da alcuni discepoli di Cesarea, Paolo giunse a Gerusalemme nel periodo della Pentecoste. Perché tanti testimoni, per di più di origine pagana, per un rito di espiazione che avrebbe dovuto essere riservato ai soli ebrei? Forse perché Paolo voleva che i suoi compagni si rendessero conto che lui era una vittima e toccassero con mano la perfidia dei giudei. Ma anche perché voleva, di proposito, provocare i suoi accusatori.
La narrazione in Atti dell'incontro di Paolo con Giacomo e gli anziani (di Pietro non si fa cenno, sicuramente deceduto nel frattempo), è gravida di tensione e di sospetto. Essa riporta le gravi accuse rivolte a Paolo durante i suoi viaggi missionari riguardo il superamento della Legge e l'abolizione della circoncisione da parte dei cristiani ellenisti e perfino degli stessi giudei convertiti. Giacomo, infatti, così lo apostrofa: ".....hanno sentito dire di te che vai insegnando a tutti i Giudei sparsi tra i pagani che abbandonino Mosè, dicendo di non circoncidere più i loro figli e di non seguire più le nostre consuetudini", e conclude accusandolo di predicare “contro la legge e contro questo luogo (il Tempio)” (Atti 21,21).
Accuse gravissime per un ebreo che richiedevano una severa cerimonia di espiazione, da attuarsi secondo una rigida procedura: la rasatura e la lavatura del capo, il divieto per sette giorni di incontrare persone e cose che potessero contaminare in qualche modo il penitente (ad esempio, persone incirconcise), il versamento di una cospicua somma di denaro al Tempio per il sacrificio richiesto e un formale atto di sottomissione che testimoniasse pubblicamente la sua piena adesione all'ebraismo. Paolo, da dotto fariseo, la conosceva perfettamente, ma di proposito e in piena consapevolezza, decise di violarla per sancire definitivamente la sua rottura con la Chiesa di Gerusalemme.
Ecco perché gli servivano i compagni che si era portato dietro.
Infatti, il giorno della purificazione si fece ostentatamente vedere nelle vicinanze del Tempio insieme a Tròfimo, un noncirconciso, scatenando il furore degli ebrei cristiani e non, in quanto con quel compagno al fianco, ritenuto dagli israeliti un pagano, contaminava se stesso, la sua offerta e il Tempio. La testimonianza di Luca, autore degli Atti, gli era indispensabile perché la sceneggiata fosse tramandata in tutta la sua drammaticità e il suo martirio sancito dalla storia.
La reazione dei presenti fu violentissima, come Paolo s'aspettava.
"Allora tutta la città fu in subbuglio e il popolo accorse da ogni parte. Impadronitisi di Paolo, lo trascinarono fuori del Tempio e subito furono chiuse le porte. Stavano già cercando di ucciderlo, quando fu riferito al tribuno della coorte che tutta Gerusalemme era in rivolta. Immediatamente egli prese con sé dei soldati e dei centurioni e si precipitò verso i rivoltosi. Alla vista del tribuno e dei soldati, cessarono di percuotere Paolo. Allora il tribuno si avvicinò, lo arrestò e ordinò che fosse legato con due catene" (Atti 21,30-33).
Paolo sapeva di rischiare grosso, ma la presenza capillare dei romani e la loro rapidità d'azione (la Torre Antonia, sede della guarnigione romana, era poco lontana dal Tempio) lo rassicuravano. Probabilmente, aveva calcolato tutto a puntino. Infatti al tribuno non rivelò subito di essere cittadino romano, aspettò prima di aver da lui il permesso di rivolgersi alla folla con la scusa di calmarla, in realtà per provocarla ulteriormente.

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Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)