Visualizzazioni totali

martedì 26 maggio 2015

55 - “L'invenzione del cristianesimo” - Parte quarta -Le prime comunità cristiane 2

Vescovi, presbiteri e diaconi furono spesso accusati di avarizia, avidità di potere, ambizione arrogante e simonia. La Chiesa si era trasformata in una spelonca di lucratori senza scrupoli e si era rapidamente mondanizzata.
La situazione peggiorò quando con l'esautorarsi del prestigio e dell'importanza dei Profeti e dei Maestri, i vescovi aggiunsero alle funzioni economiche anche quelle pastorali ed eucaristiche. Alla fine del II secolo essi avevano tutto il potere nelle loro mani: economico, giuridico e pastorale (celebrare l'eucaristia, ammettere nuovi fedeli, somministrare il battesimo e così via); inoltre erano inamovibili fino alla morte e governavano la loro comunità come monarchi assoluti.
Erano eletti dal popolo e fino al 483 anche i vescovi di Roma vennero eletti dai fedeli romani. Una carica così importante suscitava sempre enormi e smodati appetiti per cui alla morte di un vescovo, l'elezione del successore spesso avveniva tra risse furibonde, come ci racconta Gregorio di Nazianzio, Padre della Chiesa.
Nel 366 quando i due candidati Damaso e Ursino si contesero il trono episcopale della Città Eterna, i partigiani delle due fazioni si massacrarono crudelmente all'interno delle chiese, disseminandole di centotrentasette cadaveri. Ci furono anche seggi episcopali ereditari. Policrates di Efeso fu l’ottavo vescovo nella sua famiglia (Eusebio di Cesarea, op. cit. 5,24). Infatti allora i vescovi, come i presbiteri, erano sposati. Nel corso del IV secolo le comunità cristiane diventarono più numerose e più ampie e s’accrebbe, di pari passo, la necessità di una più articolata gerarchia ecclesiastica. La carica di vescovo diventò sempre più importante e progressivamente fu sottratta al suffragium plebis, l’antico diritto di voto dei laici. Il vescovo venne nominato dall'alto o cooptato da altri vescovi e al posto dei diritti elettorali ai laici fu concesso quello dell'assenso a cose avvenute.
Non fu più concesso ai laici di chiamare gli ecclesiastici di più alto grado col nome di “Fratelli” ma con quello di “Signori” e il vescovo col titolo di “Santo Padre”. Nel V secolo alla presenza del vescovo furono imposti il baciamano e la prosternazione e dal VII fu introdotti l'uso dell'incensazione, come si faceva in precedenza davanti all'imperatore romano.
Nelle primitive comunità cristiane chiunque, anche uno schiavo, poteva diventare vescovo. Successivamente, sotto Papa Leone I, fu vietato a schiavi, liberti e popolani di accedere alle cariche ecclesiastiche anche inferiori.
Abbiamo visto che le primitive comunità cristiane erano autonome e indipendenti. Con il consolidarsi del potere dei vescovi si stabilì tra di loro dei legami che divennero sempre più stretti e che diedero origine ad un sistema clericale minuziosamente regolato e burocratizzato.
Era nata la Chiesa. Inventore del concetto di Chiesa fu Tertulliano. Fu lui a travasare nell'istituzione da lui concepita l’intero edificio giuridico romano. Mezzo secolo dopo, Cipriano dichiarò la Chiesa unico strumento di salvezza.
Lapidaria la sua frase che era tanto cara a papa emerito Ratzinger: «Fuori della Chiesa non c’è salvezza” (Cipriano, De unitate ecclesiae 6; epistole 55,24; 73,21).
La Chiesa ha da sempre sostenuto un'ininterrotta successione di vescovi a partire dall’epoca apostolica onde dimostrare il trasferimento da Dio a Gesù, da Gesù agli apostoli e da questi ai vescovi e ai papi delle cariche ecclesiastiche. Una successione del genere non è mai esistita. Ma la Chiesa, procedendo a falsificazioni di ogni genere, ha colmato i vuoti tra gli apostoli e i vescovi monarchi inventando tutta una serie di nomi fasulli. Il termine «apostolico» è diventato per essa un collante universale.
La dottrina, i dogmi, le forme di culto, il canone, la Chiesa stessa e quant'altro, tutto secondo essa è di origine apostolica. Ma in realtà si tratta soltanto di un cumulo di falsi.
"L'invenzione del cristianesimo " ebook € 1,99 (store: Amazon, LaFeltrinelli, Kobo, Internet Bookshop Italia, Bookrepublic Store, etc...)



Nessun commento:

Posta un commento

Benvenuti nel mio blog

Questo blog non è una testata giornalistica, per cui lo aggiorno quando mi è possibile. I testi sono in regime di COPYLEFT e la loro pubblicazioni e riproduzioni è libera purché mantengano lo stesso titolo e venga citando il nome dell'autore.

I commenti possono essere critici, ma mai offensivi o denigratori verso terzi, altrimenti li cancello. Le immagini le pesco da internet. Qualche volta possono essere mie manipolazioni.

Se volete in qualche modo parlare con me, lasciate la richiesta nei commenti, vi contatterò per e-mail. Dato che il blog mi occupa parecchio tempo, sarò laconico nelle risposte.

Se gli argomenti trattati sono di vostro interesse, passate parola; e, se site studenti, proponeteli al vostro insegnante di religione. In tal caso fatemi sapere le risposte che avete ottenuto. Grazie.

Lettori fissi

Archivio blog

Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)