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giovedì 21 maggio 2015

Le religioni misteriche ispiratrici del cristianesimo. 213

Le religioni misteriche, già operanti molti secoli prima del cristianesimo, erano culti di divinità straniere provenienti dalla Tracia, dall’Asia Minore, dalla Siria, dall’Egitto, che furono in un primo momento rimaneggiati, interiorizzati e moralizzati dai greci, e infine introdotti nell’Impero Romano tramite gli schiavi, i soldati e i funzionari statali. Al tempo di Paolo godevano di grandissima popolarità in ogni regione sottoposta a Roma, tanto che tutta la classe dirigente, compresi gli imperatori, vi erano iniziati; erano divenuti, insomma, forme di religiosità universale.

Queste religioni, dette anche i Misteri, presentavano tratti fondamentali comuni: garantivano il loro beneficio senza riguardo all’appartenenza sociale o nazionale, senza fare differenza tra liberi e schiavi, tra potenti e gente comune, tra ricchi ed emarginati, come avverrà poi col primo cristianesimo. Al fondamento della fede misterica si trovava la liberazione dai vincoli del male e la speranza in un destino migliore nell’Aldilà: si promette una nuova vita, la partecipazione al banchetto dei beati, la gioia dei Campi Elisi (una specie di paradiso), l’acqua viva.

L'ottenimento di tali beatitudini celesti avveniva attraverso diversi processi di divinizzazione che comprendevano la purificazione e la rinascita, la filiazione divina e l’immortalità. Strumenti indispensabili per il raggiungimento di questo scopo erano due sacramenti: il battesimo e l'eucarestia, intesa quest'ultima come agape sacra, nella quale si credeva di mangiare e di bere il Dio, e si esperimentava con una Unio Mystica, con un dolore sconvolgente e una gioia esaltante, il destino della propria morte e resurrezione. Questa prassi tendeva naturalmente a una concezione religiosa monoteistica.

Ovviamente, in contrapposizione alla speranza della beatitudine per gli eletti, i Misteri annunciavano il terrore della punizione ultraterrena per i non eletti, cioè per tutti coloro che non si purificavano delle loro colpe. Già nel V secolo a.C. Platone aveva fatta propria la dottrina dell’espiazione delle colpe nella vita ultraterrena, elaborata dall’Orfismo o dal Pitagorismo, con una prima rappresentazione dell’Inferno e degli sgherri affocati di Satana. In questo periodo erano ormai diffuse anche rappresentazioni pittoriche dei tormenti post mortem inflitti ai peccatori.

Nei Misteri svolgevano un ruolo essenziale gli effetti emozionali scatenati dai riti ai quali i Misti (così venivano chiamati i fedeli delle religioni misteriche) partecipavano mediante solenni processioni, accompagnate da musica e da giochi luminosi; tutti mezzi esteriori, dunque, tesi da un lato a soddisfare nelle masse il piacere dello spettacolo, ma anche, dall’altro, a costringere al raccoglimento interiore e ad avvincere profondamente gli animi. Una fascinazione psicologica ben calcolata, del tutto analoga a quella presente ancor oggi nelle forme del culto cattolico. A proposito dei riti che si svolgevano ad Eleusi: l’antica sacralità del luogo, l’antico rituale, la misteriosa oscurità, la luminosità improvvisa, esercitavano un’impressione simile a quella di una solenne cerimonia in S. Pietro in Vaticano al giorno d'oggi. .

Nelle confraternite misteriche non erano rari esercizi ascetici, ad esempio il digiuno, tesi al raggiungimento di una condizione visionaria o estatica. Per il raggiungimento della futura vita celeste e dell'immortalità, infatti, non era solo necessario ottenere la purificazione, la rinascita e la filiazione divina, ma si doveva, soprattutto, attuare l'ascesi tramite il dominio degli istinti e delle passioni.


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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)