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giovedì 17 settembre 2015

L'eucaristia non è stata inventata da Gesù ma da Paolo di Tarso. 228

Secondo i Vangeli sinottici l'eucaristia fu istituita da Gesù durante l'ultima cena, ma secondo il Vangelo di Giovanni, molto posteriore ai sinottici ma più ricco di particolari su quell'avvenimento (ad esempio la lavanda dei piedi, ignorata dagli altri tre evangelisti), di essa non c'è traccia.

Se teniamo presente che la prima descrizione dell'istituzione dell'eucarestia non la troviamo nei Vangeli ma in una Lettera di Paolo di Tarso (1 Cor. 11, 23 sgg.) che li precede di qualche decennio e che questa istituzione viene riportata dai i sinottici con le esatte parole descritte nella Lettera paolina, ne deriva la certezza assoluta che il vero inventore dell'eucarestia non è stato Gesù ma lo stesso Paolo che la plagiò dalle religioni misteriche che ben conosceva.

In questa Lettera, infatti, che rientra nei primi documenti del Nuovo Testamento, Paolo di Tarso, che mai conobbe Gesù, ci narra come durante una visione celeste (cioè durante un attacco epilettico cui andava soggetto e che, secondo la medicina attuale, può spesso determinare intense esperienze mistiche) vide Gesù, nella notte in cui veniva tradito, che prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse agli apostoli: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me». Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga" (1 Corinzi 11, 23-26).

Ma nei sinottici l'ordine istitutivo che conferisce a questo pasto sacro il carattere di sacramento sempre ripetibile e da ripetere, non è riferito né da Marco né da Matteo, ma solo da Luca (il più paolino degli evangelisti), e riguarda soltanto lo spezzamento del pane. Di esso però non ve n’é traccia nei vari manoscritti antichi dello stesso Vangelo di Luca: si trova esclusivamente in un testo modificato e accomodato, molto più tardo degli altri.

È lapalissiano che mancando le parole: «Fate questo in memoria di me!» non si può sostenere l’istituzione dell’eucaristia. Solo quella formulazione, infatti, la trasforma in un sacramento. E dunque la reiterazione dell’atto sacramentale è affermata nel Vangelo di Luca, nel quale soltanto esiste un riferimento esplicito sia al pane che al vino, sulla scorta dei seguaci di Paolo che l'hanno aggiunta posteriormente.

A dimostrazione che l'eucaristia è un'assoluta invenzione paolina lo deduciamo anche dal fatto che era totalmente ignorata dagli apostoli, non essendo mai stata praticata da loro, e che presso gli ebrei la teofagia (cioè cibarsi anche simbolicamente della carne di un dio) era assolutamente blasfema, da punire con la lapidazione


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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)