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venerdì 9 ottobre 2015

90- “L'invenzione del cristianesimo” - Parte settima. Gli pseudo valori non negoziabili.

Il cristianesimo, soprattutto quello cattolico, non si limita ad opprimere la nostra sessualità ma estende la sua prevaricazione anche in molti altri campi della vita umana. Esso ha elaborato tutta una serie di assurdi principi morali, chiamati pomposamente “valori non negoziabili”, e li ha contrabbandati per  legge naturale onde poterli imporre a tutti i cittadini, anche ai non credenti che li considerano le parti più infondate e bischere della morale cattolica. Fra questi valori non negoziabili, che sono palesemente la negazione di ogni diritto civile e umano e che hanno l'unico scopo di negare all'uomo ogni anelito di libertà e di felicità, due sono particolarmente fondamentali: il matrimonio religioso indissolubile e la sacralità della vita, dal concepimento all'inumazione.
Sono sempre meno condivisi dalla stragrande maggioranza della popolazione ma appunto per questo la Chiesa, coartando in Italia la classe politica ad essa appecorata (che costituisce purtroppo la maggioranza), tenta in tutti i modi di imporli come legge di Stato (trasformando ogni peccato in reato), o di ostacolare la loro violazione.
Per quanto riguarda il matrimonio religioso, ormai ridotto al lumicino (matrimoni civili, divorzi, coppie di fato e conviventi sono una maggioranza in continua crescita), la Chiesa, nel tentativo di impedire le nuove realtà familiari che stanno nascendo, ostacola qualsiasi legge preveda il divorzio breve (costringendo molte coppie a recarsi all'estero per ottenerlo in tempi non biblici), e impedisce il riconoscimento giuridico delle coppie di fatto che ormai superano il milione.
Ma è in difesa della sacralità della vita che la Chiesa infierisce con particolare ferocia, impedendo agli italiani l'autodeterminazione della propria salute, del proprio corpo e della propria vita.
Per essa la sofferenza fisica, protratta nel massimo degrado e il più a lungo passibile, magari con l'ausilio di strumenti di tortura, quali: canule, ventilatori, sondini e altri mostruosi aggeggi, è un obbligo divino per ottenere la nostra autoredenzione, perché solo sofferenza e dolore producono la salvezza eterna.
Così, rinnegando quella sensibilità comune ad ogni essere umano che distingue la vita puramente biologica da quella biografica (consistente di relazioni e sentimenti), la Chiesa rinnega il principio che «quando la vita biografica diventa intollerabile, come nelle malattie terminali, possa essere presa in considerazione l’eventualità di concedere, a chi lo vuole fermamente, di porre termine alla vita biologica». Ad essa non importa che il 70% (statistica Censis) della popolazione ritenga che “quando una persona ha una malattia incurabile, e vive con gravi sofferenze fisiche, è giusto che i medici possano aiutarla a morire se il paziente lo richiede”.
Ma non si limita a questo. In base al concetto antiscientifico che la vita è data dal battito cardiaco e non, invece, dall'attività cerebrale, la Chiesa impone di tenere in vita artificialmente, anche per decenni, quanti sono vittime di un coma irreversibile. Si tratta di corpi ridotti ad un ammasso di cellule puramente vegetative, tenute in vita meccanicamente applicando la nutrizione forzata, ma facendo soffrire le più atroci torture ai congiunti che devono assistere, per anni, un corpo degradato e privo di ogni dignità, dichiarato dai medici psichicamente morto. Una mostruosità che solo una religione disumana può concepire.
La scelta di decidere del nostro corpo è un fondamentale diritto democratico proclamato dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, firmata da tutti gli Stati occidentali, all'infuori del Vaticano e da altri Stati totalitari e teocratici.
Se il cittadino è libero nelle sue opinioni e nel suo voto, si deduce che egli è anche sovrano su una sfera privata, dove i suoi valori di coscienza sono insindacabili. Purtroppo questo non avviene in Italia, il Paese dei diritti negati.
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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)