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mercoledì 14 luglio 2010

I primi martiri eretici

I primi martiri eretici furono i Donatisti dei quali, purtroppo, siamo informati in modo assai lacunoso e unilaterale, giacché la Chiesa ha fatto distruggere tutti i loro documenti. Sappiamo però che questo movimento, che ebbe un largo seguito in tutto il mondo cattolico, esigeva che il clero fosse immune da lussuria, omicidio e apostasia, peccati allora frequenti e tollerati dalla Chiesa ormai mondanizzata.

Ma la Chiesa rispose decretando di essere sempre santa, anche se le persone che la reggevano e l’amministravano potevano essere corrotte, e che nessun ecclesiastico potesse essere rimosso dal suo incarico, se pur colpevole di atti immorali e d'apostasia.

I Donatisti rifiutarono questo principio immorale, sostenuto da tutti i membri del clero, specie dai vescovi che spesso vivevano in modo satrapesco, e fecero dipendere la validità dei sacramenti dalla purezza di chi li somministrava, con enorme pericolo per la Chiesa che chiese l'intervento degli imperatori Costantino e Onorio i quali, a più riprese, si affrettarono ad estirpare l'eresia con la violenza, facendo molti martiri donatisti tra laici, sacerdoti e vescovi.

Grande influenza ebbe nella crociata contro i Donatisti l'apporto di Agostino, uno dei massimi Padri della Chiesa, il quale, ricorrendo ad ogni tipo di sofisma, sostenne il diritto all’uso della violenza contro gli eretici mediante punizioni pecuniarie, sequestro delle chiese, esilio e presentando perfino queste punizioni come opera di misericordia (Agostino, Epistola 93,2-5).

In tal modo egli divenne l'ideologo della persecuzione, del martirio e della morte di milioni di uomini che dissentivano dalla Chiesa. Da lui inizia una linea di condotta che condurrà inesorabilmente alle guerre contro gli Albigesi, all’Inquisizione, al proselitismo coatto dell'America latina, alla caccia alle streghe e a tutti gli altri innumerevoli crimini perpetrati dalla Chiesa.

A dar man forte ad Agostino ci pensò poi Tommaso d'Aquino, altro sommo dottore, che nella sua monumentale Summa Teologica scrisse: «Per quanto riguarda gli eretici, essi si sono resi colpevoli di un peccato che giustifica che non solo siano espulsi dalla Chiesa con l’interdetto, ma anche che vengano allontanati da questo mondo con la pena di morte (Summa Theologiae, II a e q. XI, a) ”. Ogni commento è superfluo.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)