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domenica 25 luglio 2010

Più pillole, meno aborti!

Il congresso nazionale su "L'evoluzione ventennale delle scienze ginecologiche ed ostetriche", presieduto dal prof. Gian Benedetto Melis, direttore della Clinica ostetrica e ginecologica dell'Università di Cagliari, che ha riunito il mese scorso oltre 600 esperti per affrontare alcuni temi 'scottanti' per la donna, ha fatto emergere una verità “scottante” per la Chiesa, e cioè che più si diffonde in Italia l'uso delle pillole anticoncezionali più diminuiscono gli aborti.

È notorio che la pillola anticoncezionale è proibita dalla Chiesa e paragonata ad un assassinio. Seguendo le teorie di Sant'Agostino, la Chiesa accetta la sessualità solo in funzione procreativa, per cui il sesso viene aborrito come piacere, e accettato soltanto come un degradato dovere fisico per la continuazione della specie. In un simile, assurdo contesto la contraccezione viene considerata moralmente equivalente all’aborto, per cui un profilattico o una pillola vengono considerati strumenti di morte.

Per fortuna molte donne, che attuano una sessualità consapevole, ignorano gli assurdi divieti della Chiesa e usano regolarmente i contraccettivi. Quello che ha destato sorpresa dalle relazioni del congresso è stato scoprire che le donne sarde, con un utilizzo della pillola anticoncezionale del 28,6%, si dimostrano fra le più virtuose d'Europa, superando ampiamente la media del continente (24%) e del resto d'Italia (16,3%) e distaccando anche Paesi come la Gran Bretagna (25%) e la Spagna (20%).

La Sardegna, in conseguenza di questa sua emancipazione, presenta livelli minimi di aborti, i più bassi del Paese, con un tasso standardizzato di 5,55 casi per 1.000 donne, contro un valore medio nazionale di 9,16. Record che riguarda anche le giovanissime con soli 3,7 casi per 1.000. La Sardegna risulta quindi tra le regioni col minor ricorso all'interruzione volontaria di gravidanza tra le minorenni. Un risultato strepitoso e un modello per il resto del Paese.

I ginecologi sardi, all'avanguardia rispetto a quelli di molte altre regioni, soprattutto di quelle più bigotte del nord Italia, si augurano di riuscire ad esportare a livello nazionale il loro modello "attraverso una maggiore attenzione dei medici specialisti al dialogo, soprattutto con le adolescenti , ma anche sensibilizzando ancora di più le donne, rafforzando i presidi sul territorio e promuovendo campagne di educazione sessuale fra i teenager".

Propositi meravigliosi sotto il profilo umano e della salute della donna, cui tutte le persone democraticamente sensibili ai diritti civili dovrebbero aderire. Ma i presidenti di certe regioni: come Zaia. Cota, Formigoni e Polverini, che, appecorati al cattolicesimo medioevale, sostengono solo il sesso creativo, non saranno d'accordo e faranno di tutto per intralciare la contraccezione, come ordina il Vaticano.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)