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domenica 11 luglio 2010

La Chiesa cambia, ma solo in peggio.

Il comportamento di papa Benedetto XVI: che un giorno allude al peccato che contagia la Chiesa al suo interno e l’altro attacca i giornali accusandoli di persecuzioni; un giorno annuncia “tolleranza zero” nei confronti dei preti pedofili e quello dopo umilia un cardinale che ha denunciato proprio l’esistenza del male all’interno della Chiesa, crea molte perplessità nel mondo occidentale e dà l'impressione che la Chiesa scivoli di male in peggio.

Il cardinale austriaco Schönborn, che un mese e mezzo fa aveva accusato pubblicamente il cardinale Sodano di aver coperto uno dei casi più gravi di pedofilia nella Chiesa Cattolica, è stato convocato in Vaticano e costretto a pubbliche scuse. Tra l’ottantina di cardinali della Chiesa solo lui aveva avuto il coraggio e l’onestà di puntare il dito contro il vertice della nomenclatura vaticana.

Il papa l’ha messo subito a tacere, l’ha fatto rientrare nei ranghi, imponendogli una bella dichiarazione di facciata.“Umiliato”, scrivono i giornali di tutto il mondo. Secondo il New York Times sarebbe stato lo stesso Sodano, quello che aveva liquidato sbrigativamente gli scandali di pedofilia come meschino “chiacchiericcio” a pretendere l'umiliazione del collega.

Si fa sempre più strada nella mente di tutti che i vertici ecclesiastici sapevano da sempre dei crimini sessuali di molti loro ministri, anche di rango elevato (vedi il cardinale Goer). Ma, per non indebolire il potere politico della Chiesa, tacevano e insabbiavano. Per anni e anni. Per interi decenni è stata preferita l’onorabilità della struttura politica della Chiesa rispetto alla giustizia verso le vittime, e quindi verso Dio.

Quando lo scorso 11 giugno, Ratzinger disse di voler fare tutto il possibile affinché gli abusi sessuali del clero non potessero succedere mai più, agiva per mera retorica di stato, visto il comportamento successivo. Il quale ci fa comprendere che se non fosse stato per la forza dei giornali e delle tv tutto sarebbe rimasto sconosciuto e insabbiato e che se la Chiesa riuscirà un giorno a fare pulizia al proprio interno lo dovrà alla forza delle scomode verità fatte emergere dalla libera informazione.

Ecco perché secondo il teologo Mancuso non c’è speranza che le cose cambino, almeno per ora nella Chiesa. Malgrado il cambio di tono, essa si comporta esattamente come dieci anni fa e predilige gli interessi degli aguzzini a quelli delle vittime, la prevalenza dei suoi interessi modani (potere, prestigio, denaro) su quelli della fede.

Intanto gli scandali si susseguono senza tregua. A Sidney in Australia un sacerdote australiano è stato condannato a 20 anni di carcere per pedofilia. Si tratta di John Sidney Denham, 67 anni, che per vent'anni ha abusato di alcune decine di ragazzi in molte scuole cattoliche.

Il giudice Helen Syme, che lo ha condannato, ha parlato di carattere "sadico" degli abusi "pianificati" dal prete (che si eccitava per il dolore degli alunni), e che aveva creato un clima di "paura e di depravazione" grazie al quale il religioso è rimasto impunito per anni.

Quasi tutte le sue vittime hanno intentato un'azione collettiva per ottenere un risarcimento per milioni di dollari contro la diocesi di Newcastle, che ora rischia la bancarotta. Magari accadesse!

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)