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sabato 25 agosto 2012

Il falso Jahvè. Incongruenze storico-linguistiche dei testi biblici. 145


Il linguista David Benedek della Hebrew University di Gerusalemme (The Language and Dialects of Ancient Israel) conferma che i testi dell'Antico Testamento hanno avuto una stesura tarda e afferma che non poterono essere stati scritti se non dopo che gli assiri avevano occupato la Palestina, intorno al 725 a.C. Infatti, durante il secolo in cui gli Assiri dominarono il Regno del Nord, si sviluppò in Israele una lingua ibrida conosciuta come l'ebraico mishnaico.

Benedek sostiene che molti passi dell'Antico Testamento hanno un senso, o funzionano liricamente, solo se scritti in questo linguaggio ibrido. Un tipico esempio citato da Benedek è la parola "beth", che in mishnaico significa sia casa sia famiglia, mentre nell'ebraico arcaico venivano usati due vocaboli diversi per indicare le due cose. Ma le discrepanze sono molto diffuse in tutto il testo a dimostrazione che il racconto deriva da più fonti.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)