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lunedì 27 agosto 2012

Le reliquie (“L'invenzione del cristianesimo”) 189


Dove però la religione cristiana raggiunge il top della credulità demenziale e della superstizione più morbosa, arrivando al feticismo necrofilo, è nella venerazione delle reliquie. Per quanto la vostra immaginazione sia fervida, mai potrà uguagliare le assurdità che troverete in queste pagine. Le reliquie sono sempre state, e sono tuttora per la Chiesa, un colossale business. I santuari che ospitano quelle più venerate sono stati, da sempre, importanti mete di pellegrinaggi.

Molte chiese sono nate proprio per contene le reliquie di qualche santo, come le quattro basiliche fatte costruire a Milano da Sant'Ambrogio. Siccome la maggior parte dei credenti ha più fiducia nei santi e nella Madonna che nel Padre Eterno, troppo lontano dai loro problemi quotidiani, quando vogliono chiedere una grazia si rivolgono al loro santo preferito nel luogo in cui si conservano le sue reliquie, come a San Gennaro a Napoli, a Sant'Antonio a Padova o a San Nicola a Bari. 

Solo che la credulità infantile della stragrande maggioranza della popolazione ha fatto sorgere una quantità sterminata di pseudo reliquie, prodotte da mitomani e da lestofanti, e che gli ecclesiastici senza scrupoli hanno strumentalizzato per fini economici, che non solo sono prive di ogni pur minima autenticità ma addirittura al di là di ogni razionalità.

Quello che fa specie è che queste inverosimili reliquie sono state oggetto di venerazione non solo da parte della popolazione ingenua e sprovveduta ma anche di papi e regnanti. Pensate che a Costantinopoli, prima della caduta della città in mano ai turchi, erano oggetto di venerazione da parte del popolo, del patriarca e dell'imperatore, le reliquie più inverosimili dell'Antico Testamento, come l'ascia usata da Noè per la costruzione dell'Arca, il trono di Salomone, la verga di Mosè, le tavole della legge e frammenti dell'Arca dell'alleanza. Ma altrettanto incredibili e mirabolanti risultano le reliquie riferite a Gesù e alla sua passione e crocifissione, ancor oggi venerate nel mondo cattolico.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)