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giovedì 23 agosto 2012

Peccato e redenzione. L'oscurantismo culturale 97


L'effetto più immediato fu l'annichilimento dell'editoria italiana, in quel tempo floridissima. Le città più colpite furono: Venezia, allora il centro più elegante e allegro d’Europa, in cui si stampavano due terzi dei libri italiani; poi Firenze e Roma. I gesuiti, gli intellettuali della Chiesa guidati dal cardinale Bellarmino (fatto santo dal papa fascista Pio XI), scatenarono una vera e propria caccia ad ogni libero pensiero e ad ogni ricerca scientifica, a tutto quanto sapeva di nuovo. Si arrivò al punto di vietare perfino i libri dei massimo scrittori italiani come Dante e Machiavelli.

Così, mentre in Italia, in conseguenza di questa crociata oscurantista, si bruciava Giordano Bruno, si incarcerava per trent'anni Campanella, si costringeva Galileo a negare la verità delle proprie scoperte, fuori d'Italia, e specialmente nel Nord Europa, dove la riforma protestante incitava il popolo alla libera interpretazione della Bibbia e favoriva la nascita dello spirito critico, ferveva un forte anelito culturale e nasceva la moderna filosofia.

I letterati italiani come si comportarono di fronte a questo provvedimento? Si adeguarono totalmente ai dettami della Chiesa, con perfetto conformismo ipocrita, con fatalismo e rassegnazione, secondo lo spirito dell'astuzia nazionale, e si rinchiusero in accademie classicheggianti, totalmente avulse dalla realtà e dai problemi sociali del tempo, come l'Arcadia che quisquillava su temi sofisticati in una lingua arcaica e incomprensibile ai più.

Il decadimento culturale fu massiccio e si protrasse anche nei secoli successivi, e così, mentre all'estero, nel Settecento, grandi scrittori come Voltaire e Swift, usando un linguaggio semplice e tagliente, analizzavano i problemi socio-culturali del loro tempo e risvegliavano l’intelligenza civile del popolo, in Italia l'analfabetismo popolare, favorito ad oltranza dalla Chiesa, e l'acquattamento dei letterati, impedendo la nascita di vive scuole di pensiero, fecero piombare la nostra penisola nell'oscurantismo più profondo.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)