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venerdì 24 agosto 2012

In Argentina l'ex dittatore Videla rivela le pesanti complicità delle gerarchie ecclesiastiche cattoliche con il sanguinario regime militare.


La Chiesa, è noto ormai a tutti quelli che non hanno i paraocchi, è sempre stata nemica della democrazia e sempre pronta ad appoggiare qualsiasi regime dittatoriale, anche sanguinario e oppressivo, che fosse disposto a consolidare il suo potere religioso e a colmarla di privilegi economici. I suoi politici più amati, considerati da essa inviati dalla Provvidenza divina, sono stati Mussolini, Franco, Salazar, Peron, Pinochet e altri squallidi dittatori sudamericani.

Come non ricordare l'abbraccio di Giovanni Paolo II a Pinochet nell’aprile del 1987,sul balcone della Moneda in dispregio dei milioni di cattolici cileni contrari alla dittatura e alle molte vittime innocenti fatte trucidare da questo sanguinario dittatore?

Lo stesso Hitler ha sempre goduto di grandi apprezzamenti in Vaticano e nel clero germanico perché aveva stipulato un importante Concordato con la Chiesa tedesca, tuttora valido, e perseguitato gli ebrei, sempre odiati dai vertici cattolici. Pio XII infatti, non ha mai condannato Hitler per l l'olocausto del popolo ebraico.

Non ha suscitato perciò grande scandalo, in questi giorni, le confessioni dell'ex dittatore argentino Videla sulle pesanti complicità delle gerarchie ecclesiastiche con il suo oppressivo regime militare. Era data per scontata da tutti.

Videla in carcere ha confessato come l’allora nunzio apostolico Pio Laghi e l’ex presidente della Conferenza episcopale di Argentina Raul Primatesta, assieme ad altri vescovi, abbiano concretamente dato al governo dei golpisti consigli su come gestire l’uccisione dei desaparecidos, cioè delle miglia di cittadini innocenti fatti sparire in mare perché contrari al regime. Ad esempio, gli ufficiali che prendevano parte alla mattanza dei detenuti politici si sarebbero consultati con le autorità ecclesiastiche per ucciderli nella maniera “più cristiana e meno violenta” possibile.

Per la cronaca, la soluzione era un’iniezione di penthotal per sedare le vittime, che venivano poi buttate a mare da un aereo e che quindi affogavano. L'opinione pubblica cilena era perfettamente a conoscenza della connivenza delle autorità cattoliche coi golpisti anche perché papa Giovanni Paolo II aveva maldestramente tentato di giustificare i loro crimini.

Ma le sue parole avevano sollevato scandalo nell'opinione pubblica e feroci proteste da parte delle Madres de Plaza de Mayo (l’associazione delle madri delle vittime sparite durante il regime dittatoriale) che gli risposero con una lettera dove si auguravano che, da morto, Wojtyla non ricevesse il perdono di Dio e andasse all’inferno. Invece l'hanno fatto santo subito.


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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)