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sabato 12 novembre 2011

Il falso Jahvè (Genesi e involuzione del monoteismo biblico). La religione dei grandi misteri. 36

Il Dio Supremo, invece, era concepito come invisibile e nascosto, contenente tutte le cose e diffuso attraverso tutte le cose: un'unica divinità universale e onnicomprensiva.

Per gli egizi il Dio Uno (to Hen), origine invisibile del Tutto, si manifestava o si celava dietro un velo nel Tutto (to Pan). Pan era quindi la manifestazione di Hen, era "tutte le cose", cioè l'equivalente della Natura.

Quindi, Dio e Natura andavano considerati come unità, come tutte le cose nel loro insieme, come Universo. Orapollo, autore degli "Hieroglyphica", definiva il concetto egizio di Dio come uno spirito che si diffonde per l'intero mondo e pervade ogni cosa fin nella più intima essenza.

Scrive Damascio, citando Giamblico: “I filosofi egizi del nostro tempo hanno spiegato la verità nascosta della loro filosofia che avevano rinvenuto in certe scritture egizie; ossia esisterebbe, secondo loro, un Principio Unico di tutte le cose, celebrato con il nome di Oscurità Invisibile”.

E prosegue: “Nella religione e teologia popolare questo Dio Supremo e Nascosto, era chiamato Hammon o Ammone.” (Damascio, De Principiis, Collection Budé, Paris, 1991, Vol. III, pag. 167).

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)