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sabato 19 novembre 2011

Il falso Jahvè (Genesi e involuzione del monoteismo biblico). La religione dei grandi misteri. 39

Anche Karl Leonhard Reinhold e Friedrich Schiller, filosofi e letterati tedeschi del XVIII secolo, considerarono la formula saitica " Io sono tutto ciò che è stato, che è e che sarà" come la ricusazione, la negazione di un nome e la proclamazione di un Dio anonimo e nascosto.

Filone Alessandrino interpretò queste medesime parole nel modo seguente: è sufficiente al saggio conoscere Dio a posteriori o tramite le sue opere, ma "chiunque vorrà contemplare la natura non occultata della Divinità, sarà abbagliato dalla trascendente radianza della Divinità e dallo splendore dei suoi raggi” (Filone, De fuga et inventione, Vol. III, pag.146).

La sublime Natura come Essere Supremo e Nascosto era, per i due filosofi tedeschi, la divinità nei cui misteri Mosè era stato iniziato in Egitto. Senz'altro egli passò attraverso tutti gli stadi d'iniziazione fino a giungere alla contemplazione della "Natura" come divinità nascosta, invisibile e senza nome.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)