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domenica 27 novembre 2011

L'enigma svelato (Il lato oscuro della verità) 95

Era notte fonda, ma non totalmente buia, perché una pallida luna filtrava tra le nuvole. Cinque uomini: tre coperti da un ampio mantello con cappuccio e gli altri due vestiti col tipico saio degli schiavi, salivano il Golgota, trainando un asino carico d'orci, brocche e arnesi.

Erano Giuda, Davide e un mercante greco di nome Ptolomeo, un tempo socio di Giuda. Si fermarono in un giardino, a poca distanza da quello in cui era stato sepolto Gesù, e nel quale c'erano tre tombe.
"Ptolomeo, qual è la tua?" chiese Giuda.

"Eccola!" fece costui, indicando la terza. "E' la più grande e contiene tre posti letto di pietra. Due sono occupati dai corpi dei miei genitori, il terzo è vuoto. I miei l'hanno comperata quando si sono stabiliti qui provenendo dalla Decapoli. Il posto vuoto è riservato a me, ma io non ho nessuna intenzione di venir sepolto in questa città odiosa e nella quale mi sento sempre più estraneo".
"Nemmeno io che sono un giudeo" rispose l'altro. "Appena finita questa assurda faccenda, sparirò per sempre col mio amico da questo posto infame".

"Che ci succede se ci scoprono?" chiese Ptolomeo, visibilmente in preda all'ansia.
"Non ti preoccupare! A quest'ora di notte, in pieno sabato santo, neanche un cane oserebbe uscire di casa e, tanto meno, dalle mura di Gerusalemme".
Intanto uno schiavo, usando mazza e scalpello, si era messo a togliere il sigillo della tomba e l'altro a scaricare l'asino.

"Giuda", chiese Ptolomeo impaurito, "che troveremo dentro?" E rabbrividì tutto.
"Solo poche ossa, se i tuoi sono morti da molti anni, come hai detto".
Quando il sigillo fu completamente rimosso, Ptolomeo ordinò agli schiavi di rotolare la pietra e aprire la tomba. Apparve un'apertura semicircolare che immetteva in una stanza stretta e alta. Entrarono con una lanterna e la ispezionarono. I tre letti di pietra erano sovrapposti uno all'altro. Nei primi due, attraverso i sudari corrosi, s'intravedevano delle ossa. Quello più alto era vuoto.

"E adesso, andiamo a prendere il corpo di Gesù" fece Giuda agli altri.
La tomba del Galileo, essendo provvisoria, non aveva sigillo e quindi fu aperta in un attimo. I due schiavi, che avevano lavorato in Egitto nella Casa dei Morti d'Eliopoli, presero con delicatezza il cadavere di Gesù, scucirono il lenzuolo che l'avvolgeva e lo piegarono con cura, riponendolo nella tomba; quindi gli tolsero il sudario dal volto e le due monete che erano state poste a chiusura degli occhi e, con spugne imbevute in essenze odorose, pulirono accuratamente ogni parte del suo corpo. Lavorarono con alacrità e precisione.

Imbevvero d'aromi un altro lenzuolo di lino finissimo e vi adagiarono il corpo di Gesù. Si apprestavano a stendere sul volto il sudario, quando Giuda li fermò. Voleva guardare per l'ultima volta le sembianze del fallito Messia. Trovò che aveva un'espressione quasi serena, nonostante le atroci sofferenze patite, e si commosse fino alle lacrime.

In quattro trasportarono il corpo Gesù nella tomba di Ptolomeo. La chiusero e la rissigillarono. Fecero sparire ogni traccia del loro passaggio.
"E l'altra tomba?" fece uno degli schiavi. "L'abbiamo lasciata aperta! Tutti si accorgeranno che ne abbiamo trafugato il cadavere!"

"E' proprio quello che vuole Maddalena" fece Giuda, "Io però non ho capito per quale recondito motivo ci ha ordinato di farlo".
“Se c'è lo zampino del Potere, non tarderemo molto a scoprirlo” fece David

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)