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mercoledì 16 novembre 2011

Il falso Jahvè (Genesi e involuzione del monoteismo biblico). La religione dei grandi misteri. 38

Per Plutarco, Pan era equiparato ad Iside quale dea della Natura, una Natura da non identificarsi, come abbiamo visto, con ciò che è palese a tutti nell'evidenza naturale.

Scriveva Plutarco che in Egitto, nel tempio della dea Sais, “la statua di Atena, che essi identificano con Iside, reca incisa quest'epigrafe: «Io sono tutto ciò che è stato, che è e che sarà, e nessun mortale mai sollevò il mio velo.»” (Plutarco, op. cit., VIII). Parole, queste, che esprimono il concetto di Natura come sublime divinità dei misteri: astratta, spirituale, anonima, invisibile e fuori della portata della ragione umana.

Immanuel Kant, forse il massimo filosofo tedesco, nella sua "Critica del giudizio" definì quest'epigrafe il pensiero più sublime che sia mai stato espresso. Il vescovo anglicano Ralph Cudworth, acuto studioso dell'antica religione egiziana, accordò all'iscrizione nel tempio di Sais, citata da Plutarco, una posizione di primo piano nella teologia egizia.

Interpretò infatti il peplo o velo della dea come il simbolo di una distinzione fra esterno e interno, fra “qualcosa di esteriore e di visibile” e“qualcosa di nascosto e di sublime, invisibile e inconcepibile da parte dei mortali” (Ralph Cudworth, The True Intellectual System pag. 341).

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)