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venerdì 25 novembre 2011

Nella civilissima Olanda si allestiscono le squadre mobili per l'eutanasia.

Mentre il nostro Parlamento, costituito nella quasi totalità da politici codardi e nemici degli italiani, si appresta ad approvare, su imposizione vaticana, la Legge sulla Tortura Obbligatoria di Fine Vita che nega l'autodeterminazione sulla propria salute, sul proprio corpo, sulla propria vita e impone l'accanimento terapeutico ai malati terminali e a quanti non riescono a sopportare la sofferenza psichica per aver perso la loro indipendenza e la loro dignità, in un altro Paese, non extraterrestre ma prossimo al nostro, in cui vige l’eutanasia legale dal 2001, della quale possono usufruire tutti i malati senza possibilità di recupero che lo desiderano, vengono allestite le squadre “mobili”dell’eutanasia per regalare la dolce morte a pazienti in fase terminale direttamente a casa loro, col pieno conforto di parenti ed amici.

Si tratta della civilissima Olanda rispetto alla quale il nostro Paese è ancora a livello barbarico.

Ad “inaugurare” questa pratica è stata una donna di 64 anni, affetta da una grave forma di demenza, la quale aveva nel passato, da “lucida”, manifestato più volte la sua intenzione di essere aiutata a morire qualora fosse caduta in uno stato quasi letargico.

“Si tratta di un passo importante a favore di tutti coloro che scelgono l’eutanasia - ha dichiarato Walburg De Jong, portavoce di Right To Die-NL- un’associazione che supporta le morti assistite.

In Olanda nel 2010 sono state 3.136 le persone che hanno scelto la “dolce morte”, ma l’eutanasia, per essere concessa, esige l'osservanza di leggi molto rigide e severe che richiedono che tutte le cure possibili vengano realizzate per un periodo prolungato.

Una volta, però, che si ha la certezza che non ci sono speranze di miglioramento e che il malato non intende più sopportare inutili sofferenze, solo allora si dà il via libera al programma della dolce morte. La novità è che oggi può essere portata a domicilio, lontano dagli ospedali e dai medici. A patto però che il malato da “lucido”, abbia espresso la sua volontà.

In Italia la massa della popolazione anche cattolica, accetta in pieno l'eutanasia per gli stadi terminali della malattia, quando richiesta da un paziente cui la vita è diventata insopportabile, ma per la Chiesa la sofferenza è un dono divino che va goduto fino alla fine, anzi prolungato in tutti i modi col supporto di canule, ventilatori, siringhe, tubi e sonde infilati dappertutto.

I nostri politici, per scopi elettorali, appoggiano le imposizioni disumane e crudeli della Chiesa anziché quelle volute dai cittadini e fingono di ignorare che la scelta di decidere del nostro corpo è un fondamentale diritto democratico proclamato non solo dalla nostra Costituzione ma anche dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, firmata da tutti gli Stati occidentali, all'infuori del Vaticano e di alcuni Stati totalitari del mondo.

Se il cittadino è libero nelle sue opinioni e nel suo voto, si deduce che egli è anche sovrano su una sfera privata, dove i suoi valori di coscienza sono insindacabili. Ma andate a spiegarlo alla casta il cui unico scopo e perpetuare cadreghino e privilegi.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)