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venerdì 11 novembre 2011

L'Italia, nel campo dei diritti civili, è fuori dall'Europa.

Gradualmente, senza particolari difficoltà, ma con un sempre maggior consenso sociale da parte della popolazione, il riconoscimento giuridico delle unioni civili, anche quelle omosessuali, si è ormai esteso in quasi tutta l'Europa.

Danimarca, Finlandia, Norvegia, Svezia, Olanda, Francia, Inghilterra, Belgio, Germania, Austria, Spagna, Portogallo, Irlanda, Islanda e perfino, più di recente, l'Ungheria (pur retta da un regime altamente conservatore e oscurantista), sono Paesi che hanno affrontato e risolto il problema.

Ma oltre i singoli Stati sovrani, ci sono state anche deliberazioni più generali: nel 2003 una storica sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti dichiarava incostituzionali le legislazioni contro gli omosessuali, poi la stessa cosa stabiliva la Corte costituzionale tedesca; infine la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea vietava qualsiasi discriminazione fondata, oltre che sul sesso, la razza, la religione, la lingua, le opinioni, il patrimonio, l'handicap, anche le caratteristiche genetiche, appunto, cioè le tendenze sessuali del singolo cittadino.

In un simile contesto europeo e internazionale, che figura fa la nostra Italietta ormai inequivocabilmente ridotta a protettorato vaticano? Una figura di m...

Siamo lo Stato più oscurantista d'Europa con una classe politica codarda e imbelle che pensa solo al cadreghino e agli infiniti privilegi che intende conservare ad ogni costo, nonostante la deriva economica del Paese. Dei diritti della gente se ne frega altamente, eppure essi non graverebbero sulle casse dello Stato e avrebbero un fortissimi impatto sociale. Ma la Chiesa li nega in nome dei suoi valori non derogabili desunti dal chimerico dio biblico.

Per dare l'idea dell'entità della questione riguardante il riconoscimento giuridico delle unioni civili nel nostro Paese bastano due semplici dati: oggi sono circa 700 mila nel complesso i conviventi effettivi e il loro numero si allarga di giorno in giorno e coinvolge anche un gran numero di figli che non possono vantare gli stessi diritti degli altri. Una infamia.

Il numero degli omosessuali dichiarati si attesterebbe intorno al 5% della popolazione nazionale. Questi dati la dicono lunga sulla sottovalutazione dell'argomento da parte dei nostri politici.

Eppure nel 2010 la Corte costituzionale italiana ha stabilito la rilevanza appunto “costituzionale” delle unioni civili e omosessuali, cioè a dire la possibilità stessa del riconoscimento giuridico con connessi diritti e doveri di questo tipo di convivenze.

Ora, stabilito questo principio giuridico, è evidente che per adeguare la costituzione occorre l'azione del legislatore, quindi del parlamento. Il quale si guarda bene dal legiferare stante il divieto della Chiesa.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)