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martedì 8 novembre 2011

La laicità e i valori non negoziabili della Chiesa.

Il Vaticano parla di laicità, ma di una laicità fasulla perché esige che le leggi dello Stato siano conformi ai suoi “valori non negoziabili”.

Come nascono valori non negoziabili? Prima si inventa un dio e poi qualcuno, che si autoelegge suo rappresentante in Terra, deduce in modo arbitrario da questa divinità tutta una serie di presunti valori aventi lo scopo di rendere grama e infelice la vita dell'uomo su questa Terra negandogli ogni libertà e felicità, degradandolo ad essere abietto e peccaminoso, e torturandolo con infiniti complessi di colpa e minacce di punizioni eterne.

Naturalmente ogni dio ha i suoi valori che spesso contrastano con quelli di un altro dio. Quello della Chiesa cattolica, il dio biblico Jahvè, inventato da alcune tribù beduine qualche migliaio di anni fa, è senz'altro il dio più immorale e sanguinario apparso nel pianeta (ma pochi lo sanno perché nessuno legge la Bibbia integrale).

È proprio da questo dio che derivano i valori assoluti e indiscutibili che la Chiesa, “mater et magistra”, assegnandosi il ruolo di universale depositaria e interprete, vuole imporre, con ogni mezzo, non solo ai suoi fedeli, ma all’umanità intera, e quindi anche a quelli sempre più numerosi, che li rifiutano.

E ha la spudoratezza di chiamare laicità creativa la sua ingiunzione ai nostri politici codardi di assecondare la sua funzione pubblica nello Stato.

La Chiesa nell'ultimo decennio è stata favorita oltre ogni aspettativa dal Governo di centra-destra, appoggiandolo per questo in tutto e per tutto, ed è riuscita ad ottenere risultati insperati, sia nel campo economico, sia nel rifiuto dei diritti civili, ma ora, visto che il premier e i suoi sodali sembrano essere ogni giorno di più in caduta libera, per non perdere ma possibilmente poter estendere le sue rendite di posizione, ha già anticipatamente dettato. con Bagnasco e Fisichella, l’agenda politica dei “valori non negoziabili” per il prossimo esecutivo, sempre in nome della laicità creativa.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)