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domenica 13 novembre 2011

L'enigma svelato (Il lato oscuro della verità) 93

Intanto i Galilei, cioè i seguaci di Gesù, ringalluzziti per il successo della cacciata dei profanatori del Tempio e dalla convinzione della pavidità dimostrata dai romani, decisero di dar inizio alla rivolta in prossimità della pasqua, quando la città, traboccando di pellegrini, era meno controllabile.

Erano euforici e in preda a continua eccitazione sicché fu facile per la spia Gioele, divenuta nel frattempo intima di Tobia, capo della servitù della casa di Lazzaro, venire a conoscenza del luogo e dell'ora della rivolta. I Galilei, infatti, si erano dati convegno sul Monte degli Ulivi la notte di giovedì per assaltare la mattina successiva, all'alba, la Torre Antonia, presidio dei romani.

Ezra, il capo del sinedrio, avvertì il presidio romano. Il tribuno Terenzio attese che i rivoltosi si riunissero verso la mezzanotte sul colle prossimo la città e con una coorte di legionari, accompagnata da alcune guardie del Tempio, dopo un breve scontro armato, soffocò la rivolta sul nascere e arrestò Gesù, mentre i suoi complici si davano ignominiosamente alla fuga.

Per i gerosolimitani l'arresto del Galileo non suscitò molta sorpresa sembrando loro la giusta punizione per la profanazione del Tempio. Per Giuda e Davide fu, invece, la fine di un incubo.

“Abbiamo fallito tutto” ammise Giuda, riconoscendo l'inutilità del loro operato, ”ma almeno siamo liberi. Ora possiamo con calma programmare la partenza per Damasco. Gerusalemme e tutta la Giudea, col loro fanatismo religioso mi sono diventate insopportabili”.

“Anch'io sono molto amareggiato di come si sono messe le cose” riconobbe Davide. “Credevo che il Potere ci avesse coinvolti nella faccenda per impedire che scoppiasse la rivolta. Invece non è stato così. A meno che, visto che niente accade per niente, non ci siano dei risvolti che al presente ci sfuggono. Che fine farà il Galileo?” chiese poi, essendo inesperto della cosa.

“La fine di tutti i ribelli che lo hanno preceduto. Sarà inchiodato alla croce oggi stesso. Colto in fragranza non avrà quasi bisogno del processo. È fortunato che stasera gli frattureranno le tibie per accelerarne la morte e poter essere deposto nel sepolcro prima del tramonto. Sai bene che per la pasqua non ci devono essere cadaveri di suppliziati in giro”.

Resistendo alla curiosità, non si recarono al pretorio per assistere al processo di Gesù. Provavano entrambi molta pena per la sorte che l'aspettava essendo la crocifissione la più atroce delle condanne.

“E i suoi fanatici seguaci?” si chiese Davide.
“Staranno tornando alla chetichella in Galilea o saranno rintanati in qualche nascondiglio in attesa di farlo”, fece Giuda.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)