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mercoledì 28 settembre 2011

GLI AUTOGOAL DI BAGNASCO

A proposito del recente intervento del card. Bagnasco riporto qui il lucido e brillante post dell'amico LUCIO PANOZZO pubblicato ieri su Uaarvicenza.

Non so a scacchi, ma certamente a calcio no, non sa giocare, il generale Bagnasco. Continua imperterrito con i suoi autogoal.
Ma come si fa, un rappresentante tra i massimi della chiesa, cadere così in basso? Mi riferisco al discorso di ieri su... non si sa bene chi, perché quando si parla di aria irrespirabile ma non si ha il coraggio di puntare un dito, significa classificarsi peggio dei conigli. Ma l’autogoal non è questo.
 
In un paese dove il premier (chiamiamolo così) tiene fermi i due rami del parlamento per farli funzionare solo per le sue odiose leggi ad personam; quando il premier in quasi tre anni pone la fiducia a difesa delle SUE leggi per circa quaranta volte; quando sempre lui, accoglie in parlamento fior di mafiosi per ottemperare ai diktate dei suoi padroni. Quando il nano chiude di fatto i tribunali per il terrore di finirci dentro.

Quando il leader maximo toglie fondi alla polizia (mancano i soldi per la benzina) e mette sotto organico i tribunali per ragioni chiarissime; quando il parlamento e i parlamentini locali sono pieni di puttane e papponi sempre per suo grazioso volere. ECCETERA.
 
Bagnasco che fa? Dopo essersi accordato con i suoi amici in parlamento per far cadere il governo (e non è la prima volta che lo fa... vero Mastella?) si sente abbastanza sicuro e sfodera i fulmini per colpire colui che più di ogni altro ha beneficato la chiesa, le scuole cattoliche, le diocesi, le parrocchie, l’opus dei, comunione e liberazione, i focolarini, le missioni, ecc. ecc. ecc.
 
Domanda: caro bagnasco (meglio minuscolo), non ti eri accorto prima? Perché parli solo del sesso, che è l’aspetto meno spiacevole di quest’uomo (eccezion fatta per l’uso di minorenni) e, se lo lasci dire, dal punto di vista teologico quasi trascurabile? Dov’era lei quando sempre il piccolo grande uomo intasava il vaticano di valuta rubata agli operai e ai pensionati? Non si sente in colpa di averli accettati?

Per lei avrei in serbo parole ben più severe delle sue balbettanti reprimenda lette sulla velina senza il coraggio di alzare gli occhi per non vedere in faccia il suo amico. Ma non voglio esagerare, non mi è mai piaciuto stravincere, mi limito solo a significarle i sensi del mio disprezzo, a lei e ai suoi compagni di merende.
 
lucio panozzo.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)