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mercoledì 7 settembre 2011

Il falso Jahvè (Genesi e involuzione del monoteismo biblico). La leggenda dei Patriarchi Il mitico patriarca Abramo 8

Abramo aveva assimilato la cultura, la mitologia e le usanze sumeriche. Così, per esempio, in base al diritto civile della sua città, che contemplava la monogamia ma anche la sua deroga in caso di sterilità della coniuge, non potendo avere figli dalla moglie e sorellastra Sara, si risolse a generarne uno dalla schiava egizia Agar, con l’obiettivo di assicurarsi la discendenza. Secondo C.L. Woolley (op. cit., pagg. 151-153) quest'atto era contemplato dalle leggi sumeriche.

Quando Abramo era ancora nel fiore degli anni, una grave sciagura si abbatté sugli amorrei di Ur: morì il re Gungunum di Larsa, molto probabilmente ucciso in battaglia, e Ur-Ninurta, re d'Isin, prese il dominio sulla città.

Gli amorrei, a causa di questo cambiamento politico, cominciarono a sentirsi insicuri e questo probabilmente fece decidere a Terah e ad Abramo di prendere i loro beni e abbandonare la città.

"E Terah prese Abramo suo figliuolo, e Lot figliuolo del suo figliuolo, cioè di Aran, e Sarai sua nuora, moglie di Abramo suo figliuolo; ed essi uscirono con loro fuori d'Ur dei caldei, per andar nel paese di Canaan; e giunti fino in Charan, dimorarono quivi". (Genesi 11,31).

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)