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domenica 25 settembre 2011

L'enigma svelato. (Il lato oscuro della verità) 86

Nei giorni successivi evitarono di entrare nella zona in cui avevano saputo che s'aggirava il nuovo presunto Messia, ma alla porte di Tiberiade Giuda ebbe il sospetto che qualcuno li seguisse. Non disse niente all'amico per non spaventarlo ma Davide, appena misero piede nella locanda, con un cenno del capo gli fede capire che aveva intuito la cosa. Appariva calmo e sereno, come sempre, e per nulla preoccupato. Giuda, invece, era in preda a viva preoccupazione.

“Che vorrà quello da noi?” chiese sottovoce accennando ad un tipo che se ne stava fermo sulla strada, incerto sul da farsi.
“Posso provare a chiederglielo” disse Davide. “Non serve giocare a rimpiattino. Meglio vedere subito di che si tratta”.
E senza lasciare il tempo a Giuda di reagire, uscì dalla locanda e con noncuranza si avvicinò all'intruso, attaccando subito discorso. L'incontro durò parecchi minuti che a Giuda, sempre più sulle spine, apparvero un'eternità. Finalmente Davide rientrò e l'altro si allontanò velocemente.

”Il Messia vuole incontrarci” fece allargando le braccia. “Lazzaro gli ha fatto sapere di noi e lui si è convinto che potremmo essere utili alla sua causa. Probabilmente c'è anche lo zampino di Maddalena in questa storia”.
“Sono fregato” esclamò Giuda allargando le braccia sconsolato. “Vorranno farci entrare nella loro banda. Ma io non ci sto. E neanche tu ci devi stare. Ci porteranno a sicura rovina. Meglio scappare subito a Damasco”.

“Dai, non fare lo sciocco!” rise Davide divertito. “Si tratta solo di un breve incontro, dopo il quale ognuno per la sua strada. Ho parlato chiaro con l'inviato”.
Giuda era molto contrariato e non la finiva di lamentarsi della mala sorte che gli era capitata.

“Quando dobbiamo incontrarlo?” chiese, mentre mangiava di malavoglia un appetitoso piatto di quaglie farcite.
“Si ferma alcuni giorni a Betsaida e ci aspetta li”.
“E allora ci andremo domani. Non vedo l'ora di chiudere la faccenda”.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)