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sabato 10 settembre 2011

Il falso Jahvè (Genesi e involuzione del monoteismo biblico). La leggenda dei Patriarchi Il mitico patriarca Abramo 9

E così la piccola tribù di Abramo – tre o quattrocento persone, compresa la numerosa servitù – si mise in movimento verso Harran o Charan.

I vecchi, le donne e i bambini più piccoli viaggiavano su carri a quattro ruote trainati da manzi, mentre i folti greggi di pecore e capre brucavano l'erba lungo la strada assieme alle parecchie centinaia d'asini da soma che portavano bagagli pesanti.

A quell'epoca i cammelli erano ancora sconosciuti in Mesopotamia e in Egitto.
Gli dèi sumerici erano circa cinquemila, tutti con tanto di nome proprio, e i principali anche con più nomi.

Al momento della partenza da Ur il vecchio Terah e il figlio Abramo si saranno posti il problema di quali idoli dell'immenso pantheon sumerico era opportuno portare con loro. Terah li conosceva bene perché li produceva e li vendeva.

Ne scelsero uno senza nome. Secondo C.L. Wooley (op. cit., pagg. 212-251 ) esisteva solo un tipo di divinità mesopotamica cui non era costume dare nome: si trattava del nume domestico delle famiglie di Ur.

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Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)