Visualizzazioni totali

martedì 25 ottobre 2011

Credo quia absurdum (seconda parte)

Nel post precedente ho messo in rilievo che i tre monoteismi abramitici, originati dalla Bibbia, si considerano reciprocamente falsi e bugiardi. In questo post descrivo alcune delle metamorfosi assurde e incredibili che il sanguinario totem tribale Jahvè ha subito dopo che san Paolo lo ha adottato nel cristianesimo da lui inventato.

Anzitutto, divenendo cristiano, il dio biblico ha scoperto, con sua enorme meraviglia, di avere un figlio, chiamato Gesù, e un nipote conosciuto come Spirito Santo. Di queste due persone mai si era fatto cenno nella Bibbia ebraica. Infatti furono imposte da Costantino durante il Concilio di Nicea del 325 d.C. per assecondare tradizioni religiose di origine orientale.

Quindi Jahvè, nella nuova religione, da uno si è fatto trino. Con ciò rinnegando il dogma fondamentale dell'ebraismo che lo considerava il solo e unico dio d'Israele, al punto che era decretata la lapidazione per chi metteva in dubbio questo principio.

Ma anche il decalogo, considerato la legge fondamentale dell'ebraismo, fu completamente alterato in uno dei comandamenti più importanti. Quello, tuttora osservato rigorosamente da ebrei e musulmani, che vieta, pena la lapidazione, di rappresentare la divinità con statue o immagini.

Il cristianesimo lo buttò subito alle ortiche e, seguendo il costume pagano, sancì l'idolatria di statue e raffigurazioni pittoriche di ogni genere, aggiungendo anche quella per sudari dipinti (sindoni), corpi di presunti santi più o meno necrofilizzati, e una miriadi di reliquie dalle più fantasiose alle più macabre.

Insomma un'orgia iconografica spalmata non solo nelle chiesa, ma anche nelle strade e negli edifici pubblici. Ne sa qualcosa l'Italia dove immagini di madonne e di santi si trovano anche nei posti più inverosimili.

Ma l'invenzione più nefanda attribuita dal cristianesimo al vecchio dio biblico fu quella dell'inferno e del paradiso, totalmente sconosciuti nella vecchia Bibbia. Jahvè non aveva mai minacciato il suo popolo con pene eterne e nemmeno lo aveva lusingato promettendo una perenne felicità dopo la morte.

Lo aveva costantemente minacciato di dure rappresaglie terrene (malattie, pestilenze, schiavitù e dominazione straniera) in caso avesse tradito la sua fede, adorando altri dei. Mentre lo aveva solo lusingato di farlo assurgere a grande potenza politica e militare in premio della sua fedeltà.

Lusinga, però, totalmente fasulla, perché proprio quando Israele, sotto re Giosia, raggiunse il massimo della fedeltà al suo dio, fu sterminato e deportato a Babilonia e, da allora, rimase sempre sottomesso a potenze straniere. Ciò a dimostrazione che le promesse delle divinità inventate dagli uomini valgono come il due di picche.

Tutto, però, era riferito esclusivamente nell'adiqua. Per gli ebrei non c'era nessun aldilà dopo la morte.

Nessun commento:

Posta un commento

Benvenuti nel mio blog

Questo blog non è una testata giornalistica, per cui lo aggiorno quando mi è possibile. I testi sono in regime di COPYLEFT e la loro pubblicazioni e riproduzioni è libera purché mantengano lo stesso titolo e venga citando il nome dell'autore.

I commenti possono essere critici, ma mai offensivi o denigratori verso terzi, altrimenti li cancello. Le immagini le pesco da internet. Qualche volta possono essere mie manipolazioni.

Se volete in qualche modo parlare con me, lasciate la richiesta nei commenti, vi contatterò per e-mail. Dato che il blog mi occupa parecchio tempo, sarò laconico nelle risposte.

Se gli argomenti trattati sono di vostro interesse, passate parola; e, se site studenti, proponeteli al vostro insegnante di religione. In tal caso fatemi sapere le risposte che avete ottenuto. Grazie.

Lettori fissi

Archivio blog

Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)