Visualizzazioni totali

martedì 11 ottobre 2011

Piccola riflessione sulle dichiarazioni di Emma Marcegaglia e del Cardinael Angelo Bagnasco.

In questi ultimi giorni hanno fatto rumore le dichiarazioni  di Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, e del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, a proposito della situazione italiana.

La Marcegaglia, da imprenditrice, ha calcato la mano sulla drammaticità della nostra situazione economica, mentre Bagnasco, da uomo di Chiesa, ha condannato i comportamenti “immorali” in ambito pubblico.

Entrambi hanno chiamato in causa, più o meno chiaramente, il presidente del Consiglio Berlusconi, il suo governo ed i suoi compari per il degrado economico e morale in cui sta sprofondando l’Italia.

Ora la domanda che molti si pongono è: come mai ora? Perché la Marcegaglia, che all'unisono con le confindustria per anni si è scorticata le mani ad applaudire Belusconi, solo ora scopre che il suo malgoverno ha portato l'Italia sull'orlo della rovina?

E come mai essa ha sempre ignorato che il signor Berlusconi non è mai stato un imprenditore di successo, perché se non si fosse avvalso di leggi ad personam, amicizie, fondi di provenienza dubbia, ora forse sarebbe in galera o fallito, come lui stesso disse alcuni anni fa?

E Bagnasco, come mai  nonostante la stampa abbia sommerso l'Italia e l'intero pianeta rivelando le ributtanti intercettazioni che dimostravano che il nostro presidente del Consiglio era un prosseneta boccaccesco, solo ora s'è deciso a dichiararlo eticamente indegno? Domande, purtroppo, senza risposta.

Certo si è che il flautato cardinale non si è limitato solo a rompere l'assordante silenzio della Cei con enorme ritardo ma nella sua prolusione, seguendo il metodo cerchiobottista e usando il solito stile generico e impersonale, ha voluto coinvolgere tutti, anche l'opposizione, al punto che ha subito offerto ai servi sciocchi del signor B. l’opportunità di dire: “Ma non stava mica parlando di lui!”

E ha dato occasione a nove cattolici doc, di notevole spessore, Roberto Formigoni, Raffaele Calabrò, Maurizio Sacconi, Maurizio Lupi, Maurizio Gasparri, Mario Mauro, Gaetano Quagliariello, Eugenia Roccella e Alfredo Mantovano, di inviargli una lettera, pubblicata sull'Avvenire, giornale dei vescovi, e quindi concordata, per cercare di difendere in modo grottesco Berlusconi.

In questa lettera, che trasuda del più becero servilismo, tipico di gran parte della nostra casta politica nei confronti delle eminenze reverendissime, dopo aver annacquato le parole di Bagnasco e averle spalmate su tutti, specialmente sulla «sinistra» e la magistratura, i nove solerti cattolicissimi hanno tirato in ballo i principi non derogabili, tanto cari a Ratzinger, e minacciato sottobanco che se la Cei non ratifica e aggiusta il tiro su Berlusconi avrebbero abbandonato ciò che più sta a cuore al Vaticano: aborto, scuola e matrimonio.

È convinzione di molti, però, che l'intervento del cardinale sia stato tutto fuorché la stoccata finale al toro ormai agonizzante al quale Santa Romana Chiesa ha già spremuto tutto il possibile. O ancora tutto no?

Vediamo quanto durerà: il testamento biologico è già all’attenzione del Senato, basterà aggiungere qualche milione di euro per le scuole cattoliche e qualche altro bonus qui e lì per far dimenticare l’increscioso incidente.

E poi c'è sempre il Fisichella di turno pronto a contestualizzare. Il quale potrebbe far rilevare che quando Berlusconi ha benedetto la consigliera lombarda Nicole Minetti, nuda dopo aver inscenato il consueto spogliarello vestita da suora, appoggiandole un crocifisso sulla testa, tra le gambe e tra i seni non aveva avuto alcun intendimento sacrilego ma erroneamente aveva scambiato soltanto il crocifisso per uno strumento erotico.

Nessun commento:

Posta un commento

Benvenuti nel mio blog

Questo blog non è una testata giornalistica, per cui lo aggiorno quando mi è possibile. I testi sono in regime di COPYLEFT e la loro pubblicazioni e riproduzioni è libera purché mantengano lo stesso titolo e venga citando il nome dell'autore.

I commenti possono essere critici, ma mai offensivi o denigratori verso terzi, altrimenti li cancello. Le immagini le pesco da internet. Qualche volta possono essere mie manipolazioni.

Se volete in qualche modo parlare con me, lasciate la richiesta nei commenti, vi contatterò per e-mail. Dato che il blog mi occupa parecchio tempo, sarò laconico nelle risposte.

Se gli argomenti trattati sono di vostro interesse, passate parola; e, se site studenti, proponeteli al vostro insegnante di religione. In tal caso fatemi sapere le risposte che avete ottenuto. Grazie.

Lettori fissi

Archivio blog

Informazioni personali

Leo Zen vive in una cittadina del Veneto di forte tradizione cattolica e usa uno pseudonimo volendo evitare possibili disagi dal momento che scrive opere rigorose e documentate ma fortemente dissacratorie e in controtendenza. Finora ha pubblicato tre saggi: L'INVENZIONE DEL CRISTIANESIMO (Editrice Clinamen – Firenze – 2003 – 3^ed.), IL FALSO JAHVE' (Edizioni Clinamen – Firenze – 2007), LA “MALA” RELIGIONE (Editrice Uni- Service – Trento - 2009) e il romanzo storico IN NOMINE DOMINI (Prospettiva editrice – Civitavecchia - 2008)